Vaiolo delle scimmie: cani, gatti e criceti s'infettano? Ecco 5 domande all'esperto Iss

L'Istituto superiore di sanità nei prossimi giorni potrebbe diramare alcune raccomandazioni di comportamento, sulla scorta di quelle diffuse dalle autorità inglesi

Roma, 31 maggio 2022 - Vaiolo delle scimmie e animali domestici: quali sono le precauzioni da adottare? Cinque domande a Umberto Agrimi, responsabile del Dipartimento di medicina veterinaria dell’Iss, l’Istituto superiore di sanità. Con due premesse: intanto è possibile che nei prossimi giorni siano diramate alcune raccomandazioni, sulla scorta di quelle diffuse dalle autorità inglesi. Inoltre, suggerisce il veterinario, è sempre bene ricordare che “il serbatoio di questo virus non è noto. Ma si sa che molte specie animali sono recettive e possono infettarsi”.

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Ricorda l’esperto: “C’è un episodio che fa scuola, risale ormai a diversi anni fa. Una piccola epidemia, meno di 50 persone, contagiate dal vaiolo delle scimmie in America. Tutti avevano avuto contatti con cani della prateria, dei grossi roditori americani che assomigliano a marmotte. Ma l’infezione nei cani della prateria si era verificata in un negozio dove gli animali si trovavano assieme a una serie di roditori importati dal centro Africa, perché è in quel continente l’origine del vaiolo delle scimmie”.

Quindi, suggerisce Agrimi, “l’indicazione dell'Health Security Agency del Regno Unito di evitare contatti con i propri animali domestici laddove si sia infetti dal vaiolo delle scimmie, risponde a ragioni di buon senso. Si vuole evitare un ulteriore passaggio da uomo ad animale domestico. Perché il problema è che fino ad ora questi episodi erano legati in larga misura a frequentazioni in Africa, a contatti con animali, insomma a trasmissione primaria. Invece ora è presumibile che la maggior parte dei casi derivi da una trasmissione da uomo a uomo. Quindi c’è qualcosa di nuovo nell’epidemiologia di questa malattia”.

Vaiolo delle scimmie, cani e gatti s'infettano? Le risposte dell'Iss
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Sommario

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1. È pericoloso accarezzare cani, gatti, criceti o porcellini d’India se si è in quarantena?

Risponde Agrimi: “Anche se non esistono dimostrazioni formali, teoricamente, potrebbe essere pericoloso per l’animale, che si potrebbe infettare. Così anche il cane o il gatto a questo punto potrebbero diventare veicoli di infezione. Come sottolineato anche dall’OMS, dobbiamo evitare che si creino nuovi serbatoi negli animali domestici o addirittura selvatici. Perché è chiaro che in quelle condizioni diventa ancora più difficile gestire il virus”.

2. Ci sono stati casi di cani o gatti infettati dal vaiolo delle scimmie?

“Fino ad oggi non abbiamo evidenze di questo tipo. Ma lo spettro d’ospite per questo virus è piuttosto esteso. Quindi è bene evitare il contatto delle persone infette con gli animali. Questa è sicuramente una buona norma di comportamento”.

3. Porcellini d’India o criceti sono più a rischio rispetto a cani e gatti?

“È presumibile che nell’epidemiologia della malattia i roditori selvatici svolgano un ruolo importante. Presumibilmente alcune specie rappresentano i principali serbatori dell’infezione nell’ambiente. Criceto e porcellino d’India potrebbero essere più suscettibili”.

4. Quali precauzioni igieniche dovrebbero adottare i padroni degli animali domestici?

“Le stesse di un mese fa o di un anno fa. Anche perché l’epidemia è ancora limitata, quindi non c’è una ragione particolare per la quale si debbano adottare misure non usuali verso gli animali domestici. Ma è evidente che se si hanno lesioni cutanee, oltre che andare dal medico, è bene non farsi leccare dal cane o dal gatto e, in generale, evitare contatti”.

5. Evitare contatti per 21 giorni, come raccomandato dalle autorità sanitarie inglesi?

“Certamente. Quella è un’indicazione generale che tiene conto della durata media del periodo in cui la persona che mostra sintomi clinici è infetta e può trasmettere il virus”.