Vaccino Pfizer, Ema: "Seconda dose entro 42 giorni non sarebbe un problema"

La nota dell'azienda farmaceutica: "Raccomandazioni su dosaggi alternativi sono di competenza delle autorità sanitarie". Locatelli (Css): "Seconda somministrazione alla sesta settimana non inficia minimamente efficacia dell'immunizzazione"

Una somministrazione del vaccino Pfizer (Ansa)

Una somministrazione del vaccino Pfizer (Ansa)

Roma, 12 maggio 2021 - La somministrazione della seconda dose del vaccino anti-Covid Pfizer può avvenire entro 42 giorni dall'inoculazione della prima dose senza causare problemi. Dopo le polemiche di ieri, che avevano visto Pfizer bocciare l'allungamento a cinque settimane della finestra per questo tipo di iniezione e chiedere di attenersi a quello che è emerso dagli studi scientifici che ne hanno permesso l'autorizzazione (seconda dose a 21 giorni dalla prima), oggi è arrivato l'intervento di Ema. Attraverso Marco Cavaleri, responsabile della strategia dei vaccini dell'agenzia europea per i medicinali, ecco il chiarimento sul tema delle tempistiche delle seconde dosi.

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Nonostante "la raccomandazione nelle informazioni del prodotto parlino di un intervallo di tre settimane" fra le due somministrazioni del vaccino Pfzier "perché è ciò che è stato studiato nei test clinici", non sarebbe "un grosso problema" somministrare le seconde dosi entro 42 giorni dalla prima. Questo il discorso di Cavaleri che ha sottolineato: "Nei test clinici la seconda dose era autorizzata in una finestra fino a 42 giorni e in alcuni casi il richiamo è stato fatto oltre le tre settimane e nell'intervallo, ovviamente, dei 42 giorni - ha aggiunto Cavaleri -. Un intervallo prolungato fino a 42 giorni non sarebbe una deviazione dalla raccomandazione e non verrebbe considerato come un uso del vaccino fuori dalle condizioni autorizzate. Certamente, se la proposta è andare oltre 42 giorni, sarebbe contro la raccomandazione".

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La nota di Pfizer

Oggi anche Pfizer ha diffuso una nota sull'argomento delle somministrazioni delle seconde dosi, sottolineando come non sia "in discussione il piano vaccinale, l'azienda si limita a riportare quanto emerso dagli studi registrati. Le raccomandazioni sui regimi di dosaggio alternativi sono di competenza delle autorità sanitarie e possono includere raccomandazioni dovute a principi di salute pubblica".

"L'azienda non può discostarsi da quanto approvato dalle autorità regolatorie - ha detto Valentina Marino, direttore medico di Pfizer Italia -, questo però non toglie e non può escludere assolutamente che le autorità sanitarie possono raccomandare dosaggi alternativi per motivi di sanità pubblica. L'obiettivo comune è sconfiggere il coronavirus, le aziende mediche forniscono i propri dati, ma le decisioni finali rimangono alle autorità sanitarie". Marino ha anche fornito un aggiornamento sulle modalità di conservazione del vaccino: "Abbiamo sottomesso ad Ema la possibilità di conservare il vaccino tra 2 e 8 gradi per un mese una volta uscito dal box di conservazione in cui è trasportato". In autunno poi , ha aggiunto Marino, potrebbero arrivare i dati sulla fascia di età 12-15 anni: "I dati sono molto promettenti, con efficacia del 100%, e una copertura superiore alle fasce più alte".

Locatelli: "Seconda dose Pfizer entro 42 giorni"

In merito allo slittamento a 42 giorni della somministrazione tra la prima e la seconda dose del vaccino Pfizer, ha parlato anche Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di Sanità: "L'intervallo tra la prima e la seconda somministrazione prolungato alla sesta settimana, quindi ai 42 giorni, non inficia minimamente l'efficacia dell'immunizzazione e ci permette di somministrare molte più dosi di vaccino".