Come si fa la tanatoprassi, il trattamento usato per conservare il corpo di Ratzinger

Permette di mantenere i corpi fino a 15 giorni, consentendone così l'esposizione. La stessa tecnica usata per Pelè e Giovanni Paolo II

Roma, 4 gennaio 2023 - Come si fa la tanatoprassi, il trattamento di conservazione delle salme che permette di mantenere i corpi anche per un periodo mediamente lungo? Se ne sente parlare in questi giorni perche è il procedimento con cui vengono conservati non solo i Papi, come Giovanni Paolo II e Ratzinger ora, ma anche le leggende dello sport come Pelè e star dello spettacolo come Luciano Pavarotti ed Enzo Jannacci.  

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Con la tanatoprassi è possibile, tramite un'iniezione nel sistema arterioso di un fluido conservante e una serie di cure estetiche, conservare un'immagine integra della persona, eliminando così per alcune settimane il processo di decomposizione. Le salme trattate con tale tecnica possono essere conservate dai 10 ai 15 giorni prima della sepoltura, rimanendo intatte in qualsiasi tipo di ambiente. È pratica diffusa quella di conservare post-mortem il corpo dei pontefici per permetterne la successiva esposizione. 

Le mani di Papa Ratzinger (Ansa)
Le mani di Papa Ratzinger (Ansa)

Il massimo esperto italiano della tanatoprassi, nonché presidente dell'omonimo Istituto italiano, è l'abruzzese Andrea Fantozzi. "Il nostro - spiega Fantozzi all'ANSA - è un trattamento che consente di avere una cura altamente igienica, nonché di garantire un aspetto più presentabile dei corpi". Tecnicamente la tanatoprassi consiste nell'iniezione nel circuito sanguigno della salma di un prodotto innovativo dal nome Fluytan. Si tratta di un sostituto dell'ormai vetusta formalina che - stando a quanto riferito dallo stesso Fantozzi - presenta caratteristiche tossiche e cancerogene".

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"Con il nostro nuovo sistema, totalmente innocuo - aggiunge -, riusciamo anche a conservare meglio il Dna. Per questo la tanatoprassi presenta benefici anche nel settore della medicina legale e della polizia scientifica". Grazie a questo trattamento, dunque, è possibile mantenere le salme esposte per più giorni, come capita in questi giorni con la camera ardente del papa Emerito, Joseph Ratzinger, sul quale con ogni probabilità è stata effettuata una procedura meno invasiva, "forse non intravasale", come puntualizza Fantozzi. Il procedimento con cui la tradizione vuole si trattino le salme dei Pontefici, in Italia "non ha ancora un riconoscimento giuridico". "Al momento - spiega Fantozzi - viene utilizzata solo in casi eccezionali. Noi in particolare lavoriamo molto sugli stranieri che muoiono in Italia in attesa del rimpatrio nei loro rispettivi Paesi". Al momento è possibile effettuare un trattamento meno invasivo ed uno con l'iniezione del fluido nel corpo. "In questo modo, contrariamente a quanto avveniva con la formalina - conclude Fantozzi - non c'è neanche la necessità di recuperare tutto il sangue, come avveniva prima". 

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