Raffaella Carrà e lo scandalo del Tuca tuca. Com'è nato il ballo che ha sedotto l'Italia

La canzone, ideata da Boncompagni e coreografata da Don Lurio, fece muovere la censura per le movenze troppo sexy. Finché intervenne un grande del cinema italiano

Alberto Sordi balla il Tuca tuca con Raffaella Carrà (Ansa)

Alberto Sordi balla il Tuca tuca con Raffaella Carrà (Ansa)

Roma, 5 luglio 2021 - Tutti i boomer, nati negli anni '60, conoscono il Tuca-tuca, il ballo canzone con cui Raffaella Carrà - morta oggi a 78 anni - scandalizzò e sedusse l'Italia. Lo si ballava da ragazzini, scimmiottando le movenze della Raffa nazionale senza sapere che fosse così trasgressivo e cantando il ritornello: "Tuca, Tuca, Tuca… L'ho inventato io/ Per poterti dire/ Mi piaci, mi piaci, mi piaci, mi piaci, mi pià…".

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Ma com'è nato il Tuca tuca? Cantato e ballato per la prima volta nel 1971, durante "Canzonissima" (il popolare programma del sabato sera della Rai in bianco e nero) da una Raffaella in forma smagliante, era una canzone molto ammiccante e trasgressiva per le regole della tv pubblica dell'epoca. Al punto che per continuare a cantare e ballare il "Tuca tuca" fu necessario far intervenire il grande attore Alberto Sordi, che con la sua ironia sdrammatizzò quelle movenze sexy che avevano suscitato tanto clamore e fatto muovere la censura. La stessa Raffaella, in un'intervista al Corsera del dicembre 2018, ripercorse la storia di quel ballo: "Adoro il 'Tuca tuca' e ha una storia incredibile. Lo ballai con Enzo Paolo Turci e fu considerato troppo trasgressivo così lo cancellarono dalla televisione. Ci fu anche un articolo dell'Osservatore Romano e così lo tolsero anche dalla classifica. Dopo un po' di tempo, una sera invitai a cena Alberto Sordi e gli feci riascoltare il 'Tuca tuca': fu lui a volerlo riportare in tv. E a lui non potevano dire di no".

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La canzone "Tuca-tuca" fu scritta da Gianni Buoncompagni, il pigmalione di Raffaella Carrà, e da Franco Pisano. Il coreografo Don Lurio ideò un ballo a due che consisteva nel toccare prima ginocchia, poi fianchi, poi spalle, poi la fronte dell'altro. Raffaella lo eseguì per la prima volta con il ballerino Enzo Paolo Turchi

Lo scandalo del Tuca tuca era stato in qualche modo preparato, sempre nel corso della 'Canzonissima ' del 1971 da un'altra, grande rivoluzione dei costumi: Raffaella Carrà per la prima volta indossò un abito superattillato, che oltretutto scopriva l'ombelico.  Il clamore per quella audace abbigliamento fu straordinario e al tempo stesso controverso: per giorni le cronache non parlarono che di quell'ombelico e le polemiche furono infinite. Poi arrivò il Tuca tuca: Raffaella entrò in scena con l'ombelico scoperto e, insieme  al ballerino Enzo Paolo Turchi, iniziò a ballare. Si toccavano reciprocamente la testa, le spalle, i fianchi e le gambe. Fu il finimondo tra i benpensanti. 

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