
Espulsione, l'arbitro mostra il cartellino rosso al calciatore che viene espulso
Milano, 30 gennaio 2015 - La partita si può vincere, perdere o pareggiare. Se una vince, quindi, l'altra perde? Non sempre: può anche capitare che perdano entrambe le squadre. Ad esempio se protagoniste di una incredibile rissa da “tutti contro tutti”. È quanto successo sabato scorso nel campionato Juniores di Milano, girone B, nella partita tra Gsa Pioltello e Real Cinisello. Una sfida che si è trasformata in una “guerra”. Con tutti gli ingredienti peggiori possibili per creare un cocktail micidiale, per i valori dello sport e del vivere civile: le provocazioni dei tifosi con lancio di fumogeni in campo e i tentativi di scavalcare la recinzione, gli insulti di stampo razziale all'arbitro di colore, i falli violenti in campo, il pandemonio dopo l'assegnazione di un rigore e poi la gazzarra a fine primo tempo, che ha portato all'arrivo dei carabinieri. Quindi i cartellini rossi a ripetizione (undici in totale) e la decisione del direttore di gara di farla finita e mandare tutti a casa, a metà partita, sull'1 a 1, anche perchè non ci sarebbe più stato in numero minimo di giocatori per proseguire (sette).
Una pagina vergognosa, per altro non isolata, che ha macchiato la scorsa giornata di campionato. E il giudice sportivo Fabio Davanzo giovedì ha applicato la tolleranza zero: sconfitta a tavolino per 3-0 per entrambe “in quanto oggettivamente responsabili per il comportamento dei propri calciatori che con il loro scriteriato atteggiamento hanno costretto l'arbitro a sospendere l'incontro”, recita il comunicato ufficiale.
Non solo: 16 giornate di squalifica, nel complesso, per 8 giocatori del Pioltello e 13 giornate per 6 calciatori del Real Cinisello. E ancora 500 euro di multa per i padroni di casa per i fumogeni in campo e gli insulti razzisti all'arbitro e altri 100 euro a squadra, con diffida, per il comportamento dei loro tesserati. E per non farsi mancare nulla, i giocatori cinisellesi alla fine hanno danneggiato con calci e pugni lo spogliatoio e la società è chiamata a rifondere i danni.
Una guerriglia a quanto pare pre-organizzata da qualche testa calda – il che aggrava ulteriormente la vicenda – dopo le tensioni della partita di andata. Al posto del tè, negli spogliatoi, urgevano ampie dosi di camomilla. Perchè il calcio, lo sport, è sicuramente un'altra cosa.