Il Coronavirus cambia la Pasqua 2020. Ecco dove seguire i riti in tv e streaming

Nei Paesi in cui sono in vigore restrizioni sugli assembramenti di persone per evitare nuovi contagi la Santa Sede ha imposto celebrazioni a porte chiuse. Le funzioni saranno visibili online, salta la Lavanda dei piedi, facoltativa la Via Crucis. Anche il Papa si adegua

Papa Francesco alla Domenica delle Palme

Papa Francesco alla Domenica delle Palme

Città del Vaticano, 5 aprile 2020 - L’emergenza Coronavirus scompagina i riti della Settimana santa, ma non cancella la Pasqua. Nonostante il lockdown imposto a Roma come a New York, passando per Parigi e New Delhi, la Chiesa non rinuncia ( e come potrebbe?) a festeggiare l’apice del calendario liturgico, la Resurrezione di Cristo. Ma lo fa in una forma unica, inedita: nelle diocesi interessate da restrizioni per evitare assembramenti (vedesi in Italia) le funzioni religiose saranno officiate a porte chiuse; in questi contesti i fedeli per la prima volta potranno seguire le celebrazioni solo via streaming; la Messa del crisma, in cui la Chiesa locale si raccoglie attorno al proprio vescovo, diventa opzionale; stessa disposizione per le processioni; salta, invece, il rito della Lavanda dei piedi durante la Missa in Coena Domini, primo atto del Triduo pasquale che si chiude con la solenne Veglia del Sabato santo.

Messa di Pasqua 2020 e veglia col Papa. Orario tv e dove vederla in streaming

Lo stesso papa Francesco ha dovuto sottostare alle esigenze di sicurezza, inaugurando la Settimana santa con la messa della Domenica delle palme, celebrata per l’occasione in una basilica di San Pietro praticamente deserta. Con lui sull'altare solo il maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie, Guido Marini, e alcuni cerimonieri, sulle prime panche della navata centrale, una manciata di suore e gli uomini della sicurezza. E lo scenario non cambierà il Venerdì santo, visto che il Pontefice sarà costretto a rinunciare alla suggestiva cornice del Colosseo per la tradizionale Via Crucis trasmessa in mondovisione.

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Le indicazioni ecclesiali per lo svolgimento dei riti della Settimana santa sono contenute nel decreto 'In tempo di Covid-19', inviato alle conferenze episcopali dalla Congregazione vaticana per il Culto divino. Nel documento del dicastero presieduto dal cardinale Robert Sarah (autore del discusso libro a difesa del celibato dei preti, firmato in un primo momento a quattro mani con il Papa emerito Benedetto XVI) si chiarisce che le celebrazioni si terranno sine populo nei Paesi “colpiti dalla malattia, dove sono previste restrizioni circa gli assembramenti e i movimenti delle persone“. Le processioni e le altre “espressioni di pietà popolare“, a partire dalla Via Crucis, potranno essere rinviate. Facoltativa anche la Messa crismale della mattina del Giovedì santo. Passando al pomeriggio dello stesso giorno, con riferimento all’Eucarestia della Cena del Signore in cui la Chiesa fa memoria dell’ultima cena di Gesù coi dodici apostoli (e non solo loro),“i vescovi daranno indicazioni, concordate con la Conferenza episcopale, affinché nella chiesa cattedrale e nelle chiese parrocchiali, pur senza la partecipazione fisica dei fedeli, il vescovo e i parroci celebrino i misteri liturgici del Triduo pasquale, avvisando i fedeli dell’ora d’inizio in modo che possano unirsi in preghiera nelle proprie abitazioni“. Quest’ultimi potranno seguire i riti online (trasmessi rigorosamente in diretta), attraverso i canali web diocesani o parrochiali. Come anticipato, non si terrà la Lavanda dei piedi, già di per sé facoltativa. Omessa anche la processione eucaristica a conclusione Missa in Coena Domini

Il Venerdì santo, invece, si potrà fare memoria della Passione del Signore sia nelle cattedrali, sia nelle chiese parrocchiali. “Nella preghiera universale – si legge nel decreto – il vescovo diocesano avrà cura di stabilire una speciale intenzione per i malati, i morti, chi si trova in situazione di smarrimento“. Il bacio della croce, poi, deve essere “limitato al solo celebrante“.  Le ultime disposizioni liturgiche riguardano infine la Veglia pasquale di sabato. Saltano l’accensione del fuoco e la processione conclusiva. 

A causa dell’emergenza, cambiano anche i riti presieduti dal Papa. Saranno tutti officiati all’altare della basilica di San Pietro, nel rispetto di quanto sancito dalla Congregazione per il Culto divino.

Dove vederle in tv

Le cerimonie della Settimana santa verranno trasmesse in diretta sulla home page del portale ufficiale d’informazione della Santa sede, Vatican news, sulla pagina Facebook e sul canale Youtube. Rai Uno e Tv2000 trasmetteranno le celebrazioni pasquali. Giovedì la Missa in Coena Domini andrà in onda alle 18, stesso orario per le celebrazioni della Passione di Cristo del Venerdì santo. Le meditazioni delle quattordici stazioni della Via Crucis sono affidate quest’anno alla parrocchia del carcere di massima sicurezza Due Palazzi di Padova: ruoteranno attorno alle speranze, alle sofferenze, alle gioie e alle delusioni dei detenuti, delle guardie penitenziarie e degli educatori. La Veglia di Pasqua inizierà sabato alle 21, mentre alle 11 di domenica Francesco celebrerà la messa della Resurrezione di Cristo. Al termine il vescovo di Roma impartirà la solenne benedizione Urbi et orbi

Sacra Sindone

Nella giornata di sabato, a dimostrazione dell’eccezionalità del momento, sarà venerabile, per la prima volta via social, la Sacra Sindone, conservata nel duomo di Torino. L’ultima ostensione del lenzuolo di lino, che secondo la pietà popolare avrebbe avvolto il cadavere di Gesù – gli esami del carbonio 14 nel 1988 hanno invece datato il telo fra il 1260 e il 1390 –, risale a due anni fa. Per Francesco la Sindone è “l’icona dell’amore più grande“. Più espliciti i suoi precedessori Pio XI e Giovanni Paolo II che hanno espresso il loro personale convincimento a favore dell’autenticità del lenzuolo. Resta il fatto che dal XX secolo la Chiesa ha deciso di non pronunciarsi ufficialmente su una questione che continua ad affascinare anche scienziati non credenti ed è foriera di dibattito anche in seno alla comunità ecclesiale.