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Da quattro settimane la Gran Bretagna vive una nuova fase di crescita esponenziale dei contagi, con un tempo di raddoppio di 7 giorni, anche se il dato non si ripercuote ancora in modo imponente su ricoveri e morti. A Londra le analisi genetiche fatte – con dati enormemente più ampi rispetto al sequenziamento in Italia – legano la riesplosione dei casi alla diffusione della variante Delta (ex indiana), più trasmissibile fino a sei volte le comuni forme di SARS-CoV-2 e scoperta nel 90% dei nuovi positivi. E in Italia, quanto e come si sta propagando questo ceppo del coronavirus? Variante Delta: dove circola di più nelle regioni Covid, il bollettino del 18 giugno Covid, in Gran Bretagna 9mila nuovi casi: il picco più alto da febbraio Il quadro del contagi descrive una presenza bassa della variante Delta, sotto la soglia dell’1% stando al report dell’Istituto superiore di sanità. Ma il panorama è in evoluzione, come successe mesi fa con la variante Alfa (ex inglese), cresciuta in modo importante e diventata dominante in Italia con l’88,1% delle infezioni (in calo al 18 maggio rispetto al 91,6% del 15 aprile). La procedura attuale di sequenziamento del virus consiste nel fare il tampone e, se positivo e con alta carica virale, si procede a un secondo test, per verificare la presenza della variante Alfa. "Questo andava bene mesi fa – spiega il virologo Francesco Broccolo, dell’Università di Milano Bicocca –, quando la variante Alfa era l’eccezione, ormai è il virus di base". Variante Delta: domande e risposte. Ecco quanto proteggono i vaccini L’incidenza più elevata del ceppo Delta è nel Lazio (3,4%), Sardegna (2,9%), Lombardia (dove c’è stato il focolaio nella palestra di MIlano), Emilia Romagna (1,2%), Veneto (1,5%), Piemonte (0,7%). Gran parte dei casi di varianti Delta sono state identificati in soggetti che ...
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