Vaccini anti-Covid: Italia in ritardo. Manca il piano. La Germania corre

Berlino: prime vaccinazioni a dicembre. Ecco come funzionano i tre principali candidati: il siero Pfizer sembra il più efficace, Moderna e Oxford si conservano più facilmente

L'efficacia dei tre vaccini anti Covid

L'efficacia dei tre vaccini anti Covid

In Europa la Germania batte tutti sul tempo e annuncia che la campagna di vaccinazioni contro il Coronavirus partirà a metà dicembre. Insomma, appena le autorità europee che vigilano sui farmaci approveranno un vaccino i tedeschi potranno accedervi con "6 centri vaccinali pronti nei lander da metà dicembre", ha detto il ministro della Salute, Jens Spahn. E in Italia? La tempistica del piano per i vaccini anti Covid parla di fine gennaio per le prime vaccinazioni, ma non è stato deciso se il vaccino debba essere obbligatorio o meno. Ieri il commissario all’emergenza Domenico Arcuri: "Finora abbiamo speso 94 milioni di euro. Stimiamo che ci debba essere un punto di somministrazione e conservazione del vaccino ogni 20-30mila abitanti. Nelle prossime settimane il Parlamento deciderà sulla strategia proposta dal governo".

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Intanto sono tre i principali vaccini più vicini a ricevere l’autorizzazione: quello della multinazionale AstraZeneca con lo Jenner Institute dell’Università di Oxford e la Irbm di Pomezia, quello dell’azienda farmaceutica Usa Moderna e quello della multinazionale Pzifer. Ma tutto il mondo è impegnato nella corsa per il vaccino e secondo i dati dell’Oms ci sono 212 vaccini in via di sperimentazione, 164 sono ancora in fase pre-clinica, 48 in somministrazione ai volontari. Nel gruppo di quelli in dirittura d’arrivo ci sono anche quello russo e quello cinese: lo Sputnik V del Gamaleya Institute di Mosca, con un’efficacia dichiarata del 93,5% e il cinese Coronavac, la cui sperimentazione ha subito una battuta di arresto dopo il suicidio di un volontario in Brasile.

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Pfizer

Il farmaco della americana Pfizer, sviluppato insieme alla tedesca BioNtech, si chiama BNT162 e avrebbe un’efficacia del 95%. È un vaccino a mRNA, una tecnica che prevede l’inoculazione di un gene sintetico che spinge l’organismo a produrre la proteina Spike del Covid-19, in questo modo il sistema immunitario la riconosce come agente estraneo e produce gli anticorpi necessari. Ma va conservato a -80 gradi, condizione non facile senza una strumentazione ad hoc. Va somministrato in due dosi. La Commissione europea ha firmato un contratto per avere fino a 300 milioni di dosi. Le due aziende potranno fornire 50 milioni di dosi nel 2020, e fino a 1,3 miliardi nel 2021. Saranno 3,4 milioni le dosi che complessivamente verranno somministrate ai primi 1,7 milioni di italiani da fine gennaio secondo quanto prevede il Piano per i vaccini anti Covid del commissario Arcuri.

Moderna

Il vaccino mRNA-1273 sviluppato dalla americana Moderna Inc e dal Niad avrebbe un’efficacia del 94,5%. È stato il primo in assoluto a essere testato sull’uomo lo scorso 16 marzo. La tecnologia adottata è la stessa del vaccino di Pfizer, ma non ha bisogno di una catena del freddo e può essere conservato tra i 2° e gli 8° gradi nel primo mese e a -20° per i successivi sei mesi. L’azienda prevede di disporre di circa 20 milioni di dosi entro la fine del 2020 da destinare agli Usa e pianifica una produzione totale di 500 milioni-1 miliardo di dosi nel 2021. La Commissione europea ha concordato con Moderna la fornitura di fino a 160 milioni di dosi. Il costo previsto a dose è di 25 dollari.

Astrazeneca

Un altro candidato a diventare il vaccino anti Covid è ChAdOx1 o AZD1222, sviluppato dallo Jenner Institute dell’Università di Oxford insieme all’italiana Advent-Irbm e alla casa farmaceutica AstraZeneca. La preparazione è diversa, si basa su una adenovirus artificiale e inattivato che viene sfruttato come navicella di trasporto per la proteina Spike: una volta iniettato il sistema immunitario riconosce la proteina estranea e sviluppa anticorpi neutralizzanti. Il vaccino si conserva fino a 6 mesi a temperature normali di refrigerazione a 2-8 gradi centigradi. AstraZeneca ha annunciato ieri il dato di efficacia sul dosaggio ottimale, su due dosaggi testati, che risulta pari al 90%. L’azienda ha reso noto che 200 milioni di dosi saranno disponibili entro il 2020 e 3 miliardi di dosi nel 2021. La Commissione europea ha opzionato un totale di 400 milioni di dosi.

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