Green pass dal 15 ottobre al lavoro: chi è esente. Tamponi, assenze e sanzioni

Venerdì prossimo 15 ottobre sarà obbligatorio per andare a lavorare: interessati 23 milioni di lavoratori. I nodi da sciogliere. Controlli: presto un dpcm con le linee guida

Green pass obbligatorio al lavoro dal 15 ottobre (Ansa)

Green pass obbligatorio al lavoro dal 15 ottobre (Ansa)

Roma, 11 ottobre 2021 - Ormai è cosa di pochi giorni. Da venerdì prossimo 15 ottobre per andare a lavorare sarà obbligatorio il Green pass (qui il testo in Pdf del decreto dello scorso settembre). E questo varrà sia per i lavoratori pubblici che per quelli privati. Dall'adozione del decreto è passato un mese ma quando ormai siamo ormai a ridosso del giorno X le incertezze applicative sono ancora parecchie tanto che c'è chi teme il caos (qui vi spieghiamo perché). In più il clima in Italia si è fatto incandescente dopo la guerriglia a Roma di sabato scorso. Vediamo allora con questa guida di capire cosa succederà nei luoghi di lavoro a partire da venerdì. Tenendo presente che nei prossimi giorni dovrebbe essere firmato un dpcm con le linee guida sulle modalità dei controlli.

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Sommario

Le date

Cominciamo dalle date. Il 'Green pass lavoro' o 'Super Green pass' (che attesta la vaccinazione, la guarigione e l'esito negativo di un tampone) sarà obbligatorio da venerdì 15 ottobre al 31 dicembre 2021 (termine di cessazione dello stato di emergenza).

Chi è interessato

Per accedere ai luoghi di lavoro dovranno esserne in possesso (ed esibirlo se richiesti) 14,6 milioni di dipendenti privati, 3,2 milioni di dipendenti pubblici e 4,9 milioni di lavoratori autonomi. Quindi una platea complessiva di 23 milioni di persone. Dovrà averlo - a titolo di esempio - anche chi svolge attività di volontariato. Stesso dicasi per le colf.

Chi è esente

Può invece non averlo chi è esentato dalla campagna vaccinale sulla base di una certificazione medica. Anche qui ci sono problemi di tutela della privacy che dovranno essere affrontati

Chi non ce l'ha

Il lavoratore che non è in possesso del Green pass non può lavorare. Il rapporto di lavoro viene sospeso e non è dovuta la retribuzione fino a quando il dipendente non avrà il Green pass. Non sono previste conseguenze disciplinari: questo però solo se è stato il lavoratore stesso a informare correttamente il datore di lavoro. Se invece il lavoratore viene scoperto a lavorare senza Green pass (ad esempio ne ha fornito uno falso) allora azioni disciplinari potranno essere intraprese. Ed è prevista una sanzione amministrativa dai 600 ai 1.500 euro. Non è previsto il licenziamento.

Chi deve controllare

Il decreto affida i controlli ai datori di lavoro che in caso di omissione rischiano una multa dai 400 ai mille euro. Quello dei controlli nelle aziende (soprattutto quelle private) è ancora uno dei nodi aperti. Ciascun datore di lavoro deve aver individuato in queste settimane i soggetti cui i controlli sono affidati in concreto. Il controllo può avvenire tramite l'app VerificaC19. Però ci sono aspetti legati alla privacy: per cui il datore di lavoro non è legittimato a sapere se il suo dipendente è vaccinato oppure guarito. Si cerca anche di semplificare i controlli implementando le funzioni dell'app. Il datore di lavori potrebbe anche poter chiedere preventivamente quali lavoratori hanno il Green pass per poter così organizzare anticipatamente i turni.

Chi paga il tampone

Nel caso di un lavoratore non vaccinato che voglia sottoporsi al tampone (che ha validità di 72 ore) chi deve pagarlo? Il dibattito nelle scorse settimane è stato aspro. Alla fine il governo ha tenuto il punto e la spesa è a carico del lavoratore.

Il lavoratore è sostituibile?

Dipende dalle dimensioni dell'azienda. In quelle superiori a 15 dipendenti non lo è. Si può invece sostituire in quelle con meno di 15 dipendenti per un periodo di 10 giorni prorogabili di ulteriori 10.

Green pass: quando si ottiene

Il green pass è disponibile anche per chi ha solo una dose di vaccino. Per chi ha ricevuto una dose di sieri che ne richiedono due la certificazione sarà generata dal 12° giorno dopo la somministrazione e avrà validità a partire dal 15° giorno fino alla dose successiva. Nei casi di vaccino monodose, la certificazione sarà generata dal 15° giorno dopo la somministrazione e sarà valida per 12 mesi, mentre per i guariti la certificazione sarà generata entro il giorno seguente e avrà validità per 180 giorni (6 mesi).