Green pass: svolta in arrivo. Cosa può cambiare e il nodo 31 marzo

Ad annunciare l'allentamento delle restrizioni il sottosegretario alla Salute Costa: "Ma sarà graduale"

Green pass (ImagoE)

Green pass (ImagoE)

Roma, 10 febbraio 2022 - Nella tabella di marcia verso il ritorno alla normalità post Covid tappa cruciale è sicuramente l'alleggerimento del Green pass. Il certificato verde è al momento obbligatorio al lavoro (dal 15 febbraio per gli over 50 lo sarà quello rafforzato). Ma nella sua versione 'super' è anche condizione necessaria, ad esempio, per entrare nei ristoranti così come per la consumazione all'aperto. Seve pure, banalmente, per salire su autobus e metro. Poi stadi, cinema, teatri e sport. È, insomma, un lasciapassare per la vita sociale. Ma fino a quando il Green pass, rafforzato o meno, avrà questa valenza?

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Date, va detto, ancora non ce ne sono. Lo spartiacque è però fissato nel 31 marzo, quando sapremo se lo stato di emergenza vedrà la fine o sarà prorogato. A oggi l'ipotesi più quotata è la prima, si va verso uno stop dell'emergenza. Potrebbe essere l'occasione per allargare le maglie del certificato verde, oltre che, magari, per togliere l'obbligo di mascherine anche in alcuni luoghi chiusi. È lo stesso sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, ad aprire un varco: "Credo che già dal mese di marzo si possa prevedere un allentamento del Green pass, graduale, partendo magari ovviamente dai luoghi all'aperto". Ecco allora che a tornare in gioco potrebbero essere ad esempio i ristoranti o locali con servizio dehors, mentre un grande punto interrogativo aleggia su stadi e spettacoli en plein air. Per Costa si potrebbe poi "estendere l'allentamento anche ad altre misure. Mi pare che la scelta di togliere le mascherine all'aperto vada in questa direzione".

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La parola d'ordine è comunque "gradualità" che segue la "cautela" invocata ancora ieri dal ministro della Salute Roberto Speranza. Impensabile uno scenario in cui il Green pass, anche solo quello rafforzato, sparisca improvvisamente dal 31 marzo. E questo anche se alcuni esperti sembrano propendere per un alleggerimento deciso delle restrizioni.  "Il Green  pass è stato un stimolo alla vaccinazione" anti-Covid, "aveva come compito principale proprio questo", dice Massimo Andreoni, primario di infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma e direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit).  "Oggi, con i dati sulle vaccinazioni che sono molto alti, mi pare che abbia abbastanza completato il suo ruolo: gli irriducibili no vax non credo che si vaccineranno nei prossimi mesi", spiega. Secondo Andreoni il certificato "si potrebbe togliere. Quando? Dopo il 31 marzo in coincidenza con la fine dello stato di emergenza", aggiunge. Eliminarlo del tutto, come ha lasciato intendere Costa, non è un'opzione. Ma l'Italia il mese prossimo - se l'andamento della pandemia lo consentirà - virerà verso una gestione più 'light' del certificato. Nel solco di quanto sta accadendo negli altri stati europei, un cambio di rotta necessario per non restare indietro. Dal primo febbraio la Danimarca ha già rinunciato a mascherine e pass vaccinale, la Gran Bretagna seguirà a breve mentre la Francia ha annunciato la svolta tra fine marzo e inizio aprile.