Sabato 27 Luglio 2024
RITA BARTOLOMEI
Cronaca

Da Altavilla Milicia a Torino, quell’ossessione per i demoni: “Capro espiatorio perfetto dei nostri fallimenti”

Armando De Vincentiis, psicoterapeuta e membro Cicap: “Ho seguito molte persone convinte di essere possedute da entità che non permettevano loro di lavorare o studiare. Alla fine, ho sempre intravisto un fine utilitaristico”

Il diavolo è il capro espiatorio dei nostri fallimenti

Il diavolo è il capro espiatorio dei nostri fallimenti

Roma, 23 marzo 2024 – Il diavolo “è il capo espiatorio perfetto” per i nostri fallimenti. Dalla strage di Altavilla Milicia agli arresti di Torinosotto i riflettori della cronaca sono finiti orrendi delitti commessi in nome di una presunta purificazione.

Armando De Vincentiis, psicoterapeuta e membro del Cicap, studia le possessioni demoniache da decenni.

L’ultimo caso arrivato alla ribalta della cronaca: 3 fermi nel Torinese per la morte di un 43enne nordafricano, soffocato durante un ‘esorcismo’ di rito islamico, così avrebbero accertato le indagini.

"Il diavolo, i demoni, sono il capro espiatorio perfetto, ci deresponsabilizzano. Ho seguito molte famiglie in cui c’erano soggetti convinti di essere posseduti da entità che non permettevano loro di lavorare o studiare. Alla fine, ho sempre intravisto un fine utilitaristico”.

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Che significato riveste l’esorcismo nella religione islamica?

"Anche nell’Islam l’essere posseduti dagli spiriti viene usato a fini utilitaristici. Ad esempio, le donne possono esprimersi di più”.

Papa Francesco cita spesso il diavolo. L’esorcismo è un rito previsto e codificato dalla Chiesa cattolica. Poi ci sono le devianze.

“Non vedo un aumento delle possessioni demoniache, questo fenomeno esiste da sempre, si ripete nel tempo”.

Ma alla base ci sono problemi psichiatrici?

"La spiegazione è duplice, malattia mentale e problema culturale. Sicuramente ci sono schizofrenia o dinamica ossessiva, idee intrusive o pensieri che arrivano all’improvviso e sono considerati come provenienti dal demonio. La patologia scatta quando si va a ledere la libertà della persona. Questo diventa pericoloso”.

E’ sorpreso?

"Purtroppo non sono sorpreso. Sicuramente sconcertato che si arrivi a commettere un omicidio. Questo dimostra l’estremizzazione di un’esperienza dettata da un delirio personale o dalla patologia di un contesto culturale che sfocia appunto nel delitto”.