Venerdì 26 Aprile 2024

"Covid, solo un rimbalzo: ecco perché. Col virus bisogna convivere"

Il professor Clementi: troppa disinformazione tra i turisti all’estero, potevamo evitare l’aumento dei contagi

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"Il Covid-19 è tornato molto pericoloso? La realtà è che dobbiamo imparare a convivere con il virus. Il rimbalzino di questi giorni nel numero di casi è legato a cause precise: quello che accade era prevedibile, anche se in parte poteva essere evitato". Studioso abituato a coltivare il dubbio, il professor Massimo Clementi in questo frangente non ne ha. Docente universitario, direttore del laboratorio di microbiologia e virologia al San Raffaele di Milano, definisce d’importazione i nuovi contagi che hanno portato il governo a decisione drastiche sulla movida.

Misure giuste, professore?

"Capisco i motivi, ma avrei agito diversamente. Faccio un passo indietro. Finita la clausura, soprattutto i giovani si sono sentiti liberi di muoversi. Molti sono partiti per i luoghi classici dell’estate: mete come Ibiza, per intenderci. È qui che l’informazione non è stata all’altezza. Dovevamo spiegare: guardate, la situazione in quei posti è la seguente, se volete andare lo stesso serve massima attenzione".

Più facile a dirsi che a farsi?

"Ripenso al momento di massima allerta per l’Hiv. All’epoca ci fu una descrizione mirata ai ragazzi delle modalità di trasmissione. Funzionò. Credo più all’informazione che ai diktat".

Che significa convivere con il Covid?

"Vuol dire controllare capillarmente i focolai e isolarli. Quelli e non altri, non si può chiudere tutto. L’inizio della Fase 2 era stato ottimo: penso al cordone steso attorno al corriere Bartolini a Bologna, ma potrei fare altri esempi. Sono ancora ottimista purché la sanità territoriale torni a gestire la situazione. E naturalmente vengano rispettate le misure di prevenzione".

Mascherine comprese? Lei e il professor Zangrillo credevate che a fine giugno le avremmo messe in un cassetto.

"Previsione giusta, fatta in un momento di calo costante dei contagi. Però sono arrivati i casi dall’estero a peggiorare il quadro. Mi riferisco in particolare ai lavoratori stranieri, difficili da controllare".

Che senso ha l’obbligo di mascherine dalle 18 alle 6 del mattino?

"Non l’ha capito nessuno: il Covid non è un vampiro".

E le discoteche?

"Non sono molto diverse dai bar all’aperto, quelli in Riviera o sui Navigli. L’assembramento può formarsi anche lì con estrema facilità, eppure i problemi sono stati più o meno risolti. Se si fosse spiegato esattamente ai gestori che precauzioni prendere e quali divieti imporre...".

Speravamo nel caldo e nei raggi ultravioletti per l’arretramento del virus: perché non è successo?

"Il sole ha fatto il suo dovere, ma questa è una pandemia asincrona che colpisce in maniera diversa nel mondo. Gli Usa e il Brasile sono nella fase ascendente; Francia, Inghilterra e Spagna in quella di ritorno. È come trovarsi con tante pandemie locali senza la possibilità di chiudersi in una bolla protettiva".

Torna al concetto di convivenza con il Covid come unica strada possibile?

"Il 95 per cento dei contagiati è asintomatico. Il virus ha cambiato strada: se va avanti così, non sarà più cattivo degli altri che già conosciamo".

Quali sono?

"Il coronavirus NL63 infetta l’umanità dall’anno 1200. Fu trasmesso in origine da civette e pipistrelli, si ammalò perfino Dante. Adesso non ci accorgiamo della sua esistenza: è responsabile del raffreddore invernale. C’è stato un adattamento quasi indolore".

Quanto ci vorrà per adattarci anche al Covid, in attesa del vaccino?

"Non lo so. Da microbiologo vedo che la carica virale è declinante. Esistono elementi positivi incontrovertibili, anche se c’è chi presenta una realtà diversa".

Continua la guerra tra negazionisti e prudentisti?

"Alcuni esperti o pseudo tali sembrano tifare per il virus, anche a costo di barare sui numeri e dare informazioni terroristiche. In un attimo sono diventati tutti virologi".