Presto i medici avranno a disposizione un farmaco monoclonale che protegge dal virus respiratorio sinciziale (RSV), malattia dell’infanzia di cui abbiamo tanto parlato negli ultimi mesi in Italia perché presenta sintomi simili al coronavirus e ha provocato polmoniti nei bambini in misura superiore al Covid-19. C’è chi lo chiama vaccino, tanto per dare un’idea, ma è più propriamente un anticorpo monoclonale, uno scudo che conferisce una immunità passiva contro questo flagello. Nel Regno Unito, per dare un termine di paragone, si registrano ogni anno in media 29mila ricoveri e 80 decessi tra i bambini sotto i cinque anni per RSV.

 

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Indice di protezione

Siamo arrivati ai trial di fase III del farmaco prodotto distribuito da Astrazenca e Sanofi con il nome nirsevimab. L’indice di protezione del 74,5% depone per una copertura eccellente. Negli adolescenti l’infezione da RSV può causare raffreddore e tosse, mentre nei piccoli provoca la famigerata bronchiolite.

 

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Lunga durata

Nirsevimab è il primo antidoto specifico con anticorpi monoclonali a lunga durata d’azione indicato nei neonati per contrastare il virus respiratorio sinciziale, con una singola dose conferisce una protezione rapida e diretta per l’intera stagione senza stressare il sistema immunitario. I risultati degli studi clinici sono stati pubblicati sul New England Journal of Medicine.