Sono diverse le evidenze che confermano una correlazione tra la presenza di malattia venosa cronica e l’aumento del rischio delle principali malattie cardiovascolari, come l’infarto miocardico acuto, la cardiopatia ischemica, le malattie cerebrovascolari e le malattie vascolari periferiche. Ne ha parlato Claudio Borghi, Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche dell’Università di Bologna, in occasione di un media tutorial organizzato a Milano da Servier con la partecipazione di illustri clinici e ricercatori.

 

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Da un punto di vista generale non esiste apparente comunicazione fra sistema arterioso e sistema venoso, se non quella anatomica nella struttura generale dell’apparato cardiovascolare. Sono stati individuati, tuttavia, elementi patogenetici in grado di influenzare contemporaneamente sia gli aspetti pro-infiammatori della malattia venosa cronica sia quelli tipici della malattia arteriosa. Le ultime evidenze indicano un’associazione tra due patologie concomitanti, e hanno portato alla identificazione di un link centrale che permette di passare dalla malattia venosa a quella arteriosa.

 

Diagnostica

Ogni strategia che in qualche modo aumenti la potenzialità di diagnosi deve essere guardata sempre con grande attenzione. In primo luogo, osserva il professor Borghi, perché le malattie cardiovascolari sono e restano la prima causa di morte in Italia e in buona parte del mondo, in secondo luogo perché la diagnostica più sofisticata in ambito cardiovascolare è solitamente di tipo invasivo, improponibile su grandi numeri. La malattia venosa cronica ha il vantaggio di poter essere diagnosticata in maniera relativamente semplice, verosimilmente in largo anticipo rispetto alla comparsa delle alterazioni sul distretto arterioso.

 

Profilassi

Sulla base delle evidenze sarà dunque importante dedicare alla malattia cronica una maggiore attenzione dal punto di vista terapeutico, trattandola sin dai primi sintomi come possibile fattore di rischio per la progressione della malattia arteriosa. È quindi necessario un cambio culturale da parte di tutti, ponendo maggiore attenzione a una sintomatologia alle gambe, l’insufficienza venosa, solitamente sottovalutata e presa in considerazione solo nelle sue manifestazioni più gravi.