“Siamo impegnati a dare attuazione al nuovo Piano Nazionale di Contrasto all’Antibiotico-Resistenza finanziato con 40 milioni l’anno, già ripartiti tra le Regioni. Inoltre, si è insediata la cabina di regia, che ha il compito di monitorare e aggiornare il piano e di favorirne l’applicazione a livello regionale”. È quanto ha riferito il ministro Orazio Schillaci al convegno intitolato La Sanità che Vorrei.

 

Si tratta di un piano elaborato secondo l’approccio multidisciplinare One Health, che punta al contrasto dell’antibiotico-resistenza attraverso la sorveglianza, il monitoraggio degli antibiotici e della casistica, la prevenzione delle infezioni correlate all’assistenza in ambito ospedaliero e comunitario, e che promuove un impiego appropriato degli antibiotici sia in ambito umano sia in quello veterinario.

 

Simit, malattie infettive

Alle istituzioni chiediamo che si passi a una maggiore concretezza di interventi nel contrasto delle infezioni correlate all’assistenza, che fanno pagare uno scotto rilevante alla sanità pubblica. Così il direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali, Massimo Andreoni. Per contrastare il fenomeno, ha detto il professor Andreoni, “è innanzitutto necessario avere il polso della situazione, un reale monitoraggio delle infezioni correlate all’assistenza, facendo in modo che ogni ospedale abbia in dote un sistema, un gruppo deputato a occuparsene. Poi – ha proseguito l’illustre infettivologo – occorre dare un obiettivo preciso ai direttori generali, chiedendo loro di intervenire per contrastarlo”.

 

Consiglio Europeo della Salute

Nel contrasto all’antibiotico-resistenza è fondamentale il lavoro di sensibilizzazione, educazione e formazione di tutti i professionisti sanitari. All’interno del PNRR, finanziato con circa 80 milioni di euro, si inserisce il piano straordinario di formazione sulle infezioni ospedaliere che coinvolgerà qualcosa come 150mila professionisti partecipanti entro la fine del 2024, e altri 140mila entro metà 2026. Sono concetti espressi dal ministro Orazio Schillaci, che annuncia di aver portato il tema della formazione anche sui tavoli europei, in occasione della riunione del Consiglio Europeo della Salute in Lussemburgo il mese scorso. Secondo tale impostazione, il curriculum dei sanitari dovrebbe includere una formazione intersettoriale obbligatoria sulla prevenzione e sul controllo delle infezioni, sui rischi ambientali, sulla biosicurezza. L’antibiotico-resistenza richiede un impegno forte nei contesti internazionali e certamente sarà uno dei temi centrali nell’ambito della presidenza italiana del G7 del prossimo anno.

 

Federsanità

“È fondamentale investire nella formazione del personale che opera nelle strutture sanitarie, e diffondere l’informazione nei confronti dei cittadini, con una particolare attenzione alle giovani generazioni”. Così Tiziana Frittelli, presidente Federsanità. “Dobbiamo promuovere campagne di comunicazione nei luoghi di aggregazione: scuole, centri sportivi, comuni, farmacie. Si rende necessario adottare un linguaggio che sappia fare presa sulla collettività”. Federsanità ha annunciato di aver avviato una campagna, in sinergia con Farmindustria, sull’uso consapevole dei farmaci nella fascia adolescenziale. “I giovani oggi sono un volano per la diffusione di messaggi” ha concluso Tiziana Frittelli.

 

La Sanità che Vorrei

La Sanità che Vorrei è un format Diessecom, realizzato con Simit, Società italiana malattie infettive e tropicali. Si tratta di un ciclo di convegni prodotto da Aristea, moderato da Daniel Della Seta, incentrato sui grandi temi della medicina e della salute pubblica. Tutte le iniziative hanno il sostegno incondizionato di Abbvie, GSK, Moderna, MSD, Novavax, Pfizer, Shionogi e ViiV. La prima uscita dell’edizione 2023 de La Sanità che Vorrei si è tenuta nei giorni scorsi a Roma presso l’auditorium Cosimo Piccinno, nella sede del ministero in Lungotevere Ripa. Prossimi appuntamenti da settembre in poi.

 

Leggi la prima parte: Antimicrobico-resistenza, pandemia nascosta