Mercoledì 24 Aprile 2024

Nel 2023 giro d’affari in crescita del 3% Il peso della musica

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SANREMO CONTA, ma non c’è solo il Festival. I numeri positivi della kermesse (sotto: il palco dell’Ariston) sono "solo la punta dell’iceberg di una economia italiana dello spettacolo e dell’intrattenimento che è tornata ad essere in salute dopo le sofferenze del biennio pandemico". Così il report di Banca Ifis, secondo cui, nel 2022, il settore ha prodotto complessivamente ricavi per 54,1 miliardi di euro, in crescita del 2% rispetto ai valori del 2019. Cioè dell’anno del pre-Covid. Nel 2020 la pandemia ha frenato un settore che si è trovato a pagare il conto della sospensione delle attività live in teatri, sale da concerto e altri luoghi di aggregazione. La ripresa del biennio 2021-22 ha invece riportato il peso che l’economia dello spettacolo e dell’intrattenimento ha rispetto al Pil nazionale all’1,5%, un valore in linea col passato.

Due i comparti in cui si divide il settore. Quello delle "attività core" nel 2022 ha registrato ricavi per 26,8 miliardi di euro, in crescita del 7% rispetto al 2019. Questo grazie al contributo, in sinergia, di prodotti per l’intrattenimento (giochi, videogiochi), ideazione e produzione di spettacoli (fotografia, danza) e degli stessi artisti, tramite cachet e diritti d’autore. L’altro comparto, quello delle "attività funzionali", ha registrato ricavi nel 2022 per 27,3 miliardi, con un leggero decremento (pari al 2%) rispetto ai livelli del 2019. Quanto al futuro, secondo i dati del Market Watch, il settore si stima in crescita nel 2023 del 3%, con i ricavi previsti a 55,8 miliardi di euro. Questo grazie allo slancio nella produzione e distribuzione di contenuti, soprattutto per televisione e cinema.

Centrale il ruolo del comparto musicale. La musica rappresenta uno strumento di miglioramento del benessere personale, tanto che ciascun italiano dedica 20,5 ore settimanali ad ascoltarla (in crescita del 1,4% rispetto al 2021). Anche per questo, il mercato discografico italiano si dimostra in buona salute con un valore di mercato a fine 2021 che si attestava a 332 milioni di euro e un outlook di crescita del +18% nel primo semestre del 2022 (ultimo dato disponibile). Numeri che, proiettati a livello internazionale, rendono quello italiano il decimo mercato discografico per valore. Ma la musica per gli italiani ha anche un forte valore sociale. Secondo il Market Watch sull’economia dello spettacolo, gli impatti positivi della musica si riflettono sulla produttività lavorativa: il 59% del campione ritiene che questa sia maggiore quando si ascolta musica e addirittura l’85% la ascolta sul luogo di lavoro perché migliora l’umore.

Sandro Neri