Sabato 31 Agosto 2024

Il marmo bianco entra nei templi del lusso mondiale

IL MARMO BIANCO è già meraviglioso di suo, ma loro hanno contribuito a trasformarlo in oggetto di super lusso. Non è un caso che decorazioni, pareti, rivestimenti e accessori di marmo siamo protagonisti nelle boutique del lusso di tutto il mondo e nei palazzi più importanti. Parte del merito è di ’Franchiumberto marmi’ che con 41 milioni di ricavi nel primo semestre del 2022 si attesta sulla vetta dei big del lapideo del comprensorio apuo versiliese. Quotata in Borsa, con una crescita annua del 24,8%, con un utile di 9,3 milioni, una forza lavoro di 42 dipendenti, la Fum dei fratelli Alberto e Bernarda Franchi (nella foto in alto) sta volando nel mondo della finanza portando il marmo delle Apuane nel gotha dei mercati.

Il marmo bianco si sta attestando sempre più nel settore del lusso. È un caso o il frutto di operazioni di marketing e promozione ad hoc?

"Un prodotto di lusso viene definito tale per diversi fattori – spiega l’ad Alberto Franchi – tra questi l’esclusività del prodotto, le caratteristiche di unicità e bellezza. Il nostro compito è valorizzare questi aspetti e fare incontrare la nostra offerta con la domanda. A questi valori si aggiunge l’heritage della pietra naturale: il marmo di Carrara è stato utilizzato da grandi scultori, da Michelangelo a Canova, acquisendo sempre più prestigio e valore culturale. Molto vale la collaborazione con artisti internazionali volta a creare arredi di design e installazioni, con l’obiettivo di accrescere il valore del marmo bianco di Carrara, in particolare dello Statuario Franchi. Fra le collaborazioni più significative, quelle con architetti come Luca Dini, Kengo Kuma e Cino Zucchi e Michele Cazzani".

Quali sono le applicazioni nei vari Paesi?

"Franchi Umberto Marmi è un ambasciatore del marmo di Carrara in tutto il mondo. Abbiamo realizzato palazzi storici e unici, come il Tower One a New York, l’ala della Moschea della Mecca a Jeddah, numerosi negozi di alta moda e tra poco concluderemo l’albergo Waldorf Astoria a New York. In Italia partono partnership con designer e architetti per arricchire l’utilizzo del marmo di Carrara in altri settori, come il design, le rifiniture di superyacht e di case private".

Come coniugate escavazione e sostenibilità?

"Il nostro percorso di sostenibilità è avviato da anni e persegue obiettivi sia attraverso la Fum che la Fondazione Marmo e la Carrara Marble Way, una società che raccoglie gli operatori del distretto apuano. Abbiamo di recente pubblicato il primo bilancio di sostenibilità e siamo orgogliosi di constatare il crescente apprezzamento da parte dei clienti del basso impatto ambientale dei prodotti Fum, soprattutto se paragonati a prodotti sintetici e ceramici. La lavorazione ha un impatto ambientale minimo: un’incidenza di idrocarburi ed energia elettrica al di sotto dei 4 euro a metro quadro. Infine, la Fum Academy. Nostro fiore all’occhiello, è un hub che, oltre a formare professionalità, è volto a favorire l’interazione con il mondo accademico e diffondere la cultura del marmo".

State vivendo la concorrenza con la pietra artificiale. Con che armi si combatte?

"Crediamo molto nel fare sistema con le imprese del comparto e riteniamo possa essere l’unico modo sia per contrastare la concorrenza della pietra artificiale, sia per soluzioni sostenibili capaci di generare ricadute positive sull’ambiente e sul territorio. In questa direzione, durante Marmomac è stato inaugurato il manifesto ‘Naturalmente sostenibile’: un documento della rete Pietra Naturale Autentica".