Coltivare piante senza utilizzare la terra, risparmiando acqua. In qualsiasi luogo e in qualsiasi ambiente, anche interno. Il futuro dell’agricoltura si chiama coltura idroponica, adatta anche a climi caratterizzati da una elevata siccità, a climi con temperature rigide e a zone in cui il terreno è molto sabbioso o roccioso. Ma da cosa viene sostituito il terreno? Da un substrato inerte composto da lana di roccia, argilla, perlite o vermiculite, mentre i nutrienti, che vengono disciolti nell’acqua di irrigazione, consentono alle piante, dopo averli ricevuti, di svilupparsi verticalmente. I vantaggi sono molti: può essere effettuata anche in casa e per tutto l’anno, garantisce un elevato risparmio di acqua, si possono controllare meglio i nutrienti somministrati, le piante non risentono di malattie dovute al suolo e della presenza di erbe infestanti, la coltivazione è a km 0 e il contenitore si mantiene pulito in quanto non è presente la terra. La coltivazione idroponica, in pratica, è un vero e proprio metodo ecologico ed antispreco, perché si possono coltivare piante senza occupare appezzamenti di terreno, non occorrono pesticidi ed è adatta anche in aree del pianeta caratterizzate da povertà del suolo e scarsità d’acqua. Illuminazione Alle piante deve essere assicurata luce artificiale o una serra Importante: le colture idroponiche richiedono ambienti illuminati artificialmente o serre, altrimenti le piante non crescono. Se ben trattate, però, si sviluppano più rapidamente rispetto al terreno, perché il loro metabolismo accelera grazie alla migliore respirazione. Coloro che decidono di costruire nella propria abitazione una serra idroponica devono controllare molto attentamente i nutrienti somministrati. Inoltre, occorre un maggiore apporto di ossigeno alle radici. Esiste anche una tipologia di coltivazione idroponica senza substrato, che richiede soltanto acqua. Coltivare le verdure in casa, un esperimento dell’ENEA Dispositivi / Lo scaffale con piante viene ventilato e illuminato ad hoc Al via una sperimentazione da parte di un gruppo di ricercatori ENEA della Divisione Biotecnologie e Agroindustria per la coltivazione delle verdure in casa. La prima fase ha riguardato quella dello zafferano, della lattuga e del pomodoro. Il dispositivo utilizzato è un semplice scaffale mobile dove vengono posizionate le verdure, di dimensioni non grandi, quindi adatto anche per essere collocato in un angolo della nostra abitazione. Altro punto di forza, il sistema di illuminazione a led per fornire alle piantine luce nello spettro utile alla fotosintesi. Sviluppato da BECAR Srl, azienda che progetta apparecchi per l’illuminazione tecnico professionale e che fa parte del Gruppo Beghelli, questo sistema di ultima generazione basato su una illuminazione di precisione è stato abbinato a una ventilazione mirata delle piante e all’utilizzo di terreno, terriccio e compost, cioè di substrati convenzionali. Anche in questo caso, non si usano pesticidi, si consuma poca acqua, occupa pochissimo spazio, è semplice da utilizzare, assicura buone rese produttive e, soprattutto, è economico da gestire. Tutti possono diventare produttori e coltivatori, senza sostenere costi elevati ed avere particolari competenze green.
Sabato 9 Novembre 2024
ArchivioColtivazione idroponica, il futuro dell’agricoltura