Giovedì 16 Maggio 2024

Turchia, Erdogan: lo stato d'emergenza sarà esteso se necessario

Il presidente continua con la linea dura dopo le epurazioni e la sospensione della Convenzione europea sui diritti umani

Sostenitori del presidente turco Erdogan in piazza (Afp)

Sostenitori del presidente turco Erdogan in piazza (Afp)

Istanbul, 22 luglio 2016 - Se sarà necessario lo stato d'emergenza in Turchia sarà esteso oltre i tre mesi attualmente previsti. Ad annunciarlo il presidente Recep Tayyip Erdogan all'indomani della ratifica in Parlamento della misura adottata dopo il fallito golpe e della sospensione della Convenzione europea sui diritti umani. Dichiarazioni che, in parte, sembrano contraddire le parole di ieri del vicepremier di Ankara, il quale aveva detto che il governo spera di essere in condizione di revocarlo già dopo "40-45 giorni".

Erdogan è poi tornato a parlare del fallito colpo di Stato. "Erano circa le 16-16.30 quando ho ricevuto una telefonata da mio cognato che mi informava che c'erano dei problemi a Istanbul, vicino al palazzo Beylerbeyi. Mi diceva che dei soldati stavano bloccando le strade e non permettevano alle auto di procedere per imboccare il ponte. Non riuscivo a crederci - ha detto - quindi ho chiamato il capo dei servizi segreti nazionali e non sono riuscito a parlarci". "È molto chiaro che ci sono state falle e carenze significative nella nostra intelligence, non serve a niente cercare di nasconderle o negarle. L'ho detto al capo dell'intelligence", ha aggiunto Erdogan. Infine ha aggiornato il bilancio dei feriti: 2.185 persone, confermando le 246 vittime esclusi i golpisti. 

GENTE IN PIAZZA - Intanto, nella notte, i suoi sostenitori sono tornati in piazza e hanno bloccato l'accesso a diverse caserme in seguito alla diffusione di indiscrezioni su un possibile nuovo tentativo di golpe da parte dei militari. I manifestanti hanno chiuso con bulldozer e camion le entrate delle basi militari di Etimesgut nella capitale Ankara, di Maslak a Istanbul e di Siirt, nel sud-est. Ieri sera, Erdogan aveva definito un nuovo tentativo di putsch (colpo di Stato, ndr) come difficile ma ancora possibile, dicendo di stare "all'erta". 

ANCORA EPURAZIONI - Continuano poi le epurazioni: adesso oltre quota 65mila. Tra gli altri, si registrano 529 dipendenti sospesi dal ministro dei Trasporti e delle Comunicazioni, 197 da quello delle Risorse idriche e forestali, 300 dalla tv di Stato Trt e 29 dall'ente che regola le telecomunicazioni (Rtuk). Il totale dei dipendenti pubblici allontanati, riferisce la Cnn Turk, sale così a 44.530, cui vanno aggiunti i 21mila docenti cui è stata tolta la licenza di insegnamento nelle scuole private. Quasi 10mila sono invece le persone arrestate finora.

PASSAPORTI CANCELLATI - La Turchia ha anche cancellato 10.856 passaporti. Un provvedimento definito "necessario" dal ministro degli Interni, Efkan Ala, che ha anche reso nota la decisione di accorpare la gendarmeria al ministero degli Interni. Ala è poi tornato ad accusare la confraternita dell'ideologo e magnate islamico Fetullah Gulen di aver organizzato il golpe. 

BOLDRINI - E preoccupazione su quanto sta avvenendo sulle sponde del Bosforo sono state espresse dalla presidente della Camera, Laura Boldrini. "Quanto sta accadendo oggi in Turchia sembra lontano dallo Stato di diritto" e sembra proprio "un golpe civile", ha detto a RaiNews24. "Ora serve un'azione collettiva della Ue a difesa dei diritti" nel Paese, ha proseguito Bondrini secondo cui "non è possibile che si deroghi ai diritti e ai principi fondamentali, che fanno dell'Europa il continente dei diritti umani, per affrontare un'emergenza". Parlando dell'accordo sui migranti, poi, la presidente della Camera ha affermato che "è stato un errore perché quel Paese non aveva i requisiti civili. È stato un derogare ai propri principi e alla propria autorevolezza. Quello che si sarebbe dovuto garantire ai migranti non viene infatti garantito neanche più ai propri cittadini". "L'Unione europea non deve fare accordi al ribasso" e in più "con Paesi che non rispettano lo Stato di diritto", ha concluso.

BERLINO - Il governo tedesco, dal canto suo, ritiene "improbabile l'apertura di nuovi capitoli" nelle trattative Ue-Turchia per l'adesione di Ankara. "Si sollevano domande preoccupanti quando in tv o in foto si vedono accusati con evidenti tracce di punizioni corporali o persone umiliate di fronte alle telecamere", ha dichiarato  il portavoce di Angela Merkel, Steffen Seibert.

"PERCHE' QUESTE CRITICHE?" - Prese di posizione che, però, non sembrano scalfire minimamente la linea di Ankara. "Abbiamo difficoltà a capire le critiche", ha dichiarato il vice presidente e portavoce dell'Ak, il partito di governo, Yasin Aktay, criticando la posizione espressa dai paesi europei sullo stato d'emergenza: "Noi abbiamo dovuto fare fronte tante volte ad attacchi terroristici simili e non abbiamo mai preso questa misura preventiva - ha detto, ricordando che anche Francia e Belgio hanno decretato lo stato d'emergenza dopo gli attentati terroristici - . Ma questa è una misura imprescindibile nella situazione attuale". Il governo di Ankara rimarca che il dibattito sull'eventuale ripristino della pena di morte è una questione interna e si svolgerà senza tenere conto delle reazioni Ue, o del fatto che potrebbe pregiudicare l'adesione all'Unione, come ventilato da Bruxelles: per il ministro della Giustizia, Bekir Bozdag. "Non lavoriamo su questo tema pensando a come reagirà l'Unione Europea, bensì in quanto Stato di diritto", ha concluso Aktay.