Domenica 5 Maggio 2024

La casta intoccabile che non vuole cambiare

IL SISTEMA delle caste di periferia ha colpito ancora: i tassisti sono riusciti a far dichiarare illegale, da un giudice milanese, il servizio Uber. Servizio che consente a chiunque di trasformarsi in tassista, usando la propria auto. E questa è la riprova che il cambiamento, il rinnovamento, in Italia ha davvero più nemici di quelli che si possono sopportare. Ci sono i vecchi gruppi di potere, le consorterie, i partiti politici arretrati, certi sindacati e, quando tutto è stato miracolosamente superato, ecco che arrivano i giudici. Qualche volta è qualche Tar sparso per la penisola che decide (l’ultima impresa è stata la bocciatura di una decisione del consiglio superiore della magistratura), ma qualche altra volta sono anche i tribunali ordinari. Uber, fin dal suo lancio, ha dovuto combattere contro i tassisti, che sono riusciti in alcune città a farlo proibire. Adesso, la stoccata finale: dichiarato illegale su tutto il territorio nazionale dalla magistratura. Forse era inevitabile.    QUELLA dei tassisti è una delle lobby più tremende in circolazione. Non si vogliono rinnovare, non vogliono che nessuno entri nel loro campicello (altrimenti come fanno a vendere poi le licenze?). Ogni volta che un Comune decide di mettere in attività qualche taxi in più scoppiano lotte furibonde. E i tassisti sono furbi. Ricordo a Milano un sindaco che vinceva sempre nei congressi del suo partito perché aveva i tassisti dalla sua parte: la roccaforte era la sua sezione in centro, mille iscritti, mille tassisti (che dovevano a lui le loro licenze). Uber, consentendo a chiunque di fare il tassista (magari solo per due ore al giorno, grazie alle moderne tecnologie) andava a rompere questo assurdo monopolio dei padroncini di taxi. E avrebbe anche consentito di far scendere il costo di questo servizio. Ma niente. Schermaglie varie, fino a quando si è trovato un giudice che ha dichiarato illegale ciò che ha il solo torto di essere nuovo e vantaggioso. Tutte le altre lobby (farmacisti, notai, ecc.) sono avvisate: se avete dei problemi, c’è sempre il tribunale di Milano.