Mercoledì 24 Aprile 2024

Pirlo lancia la sfida al Real Madrid: "Vinco la Champions, poi lascio la Juve"

Il faro bianconero vuole trascinare i bianconeri a Berlino: "Vincere la coppa sarebbe il modo perfetto per andare via dall’Italia. Ce la giochiamo con tutti"

Andrea Pirlo, 35 anni (Lapresse)

Andrea Pirlo, 35 anni (Lapresse)

Torino, 4 maggio 2015 - Si scrive Andrea Pirlo, si legge il calcio. Una leggenda. Mozart vuole la Champions.

A Genova sembrava commosso...

«Non lo ero, avevo preso una botta nei festeggiamenti, per questo avevo gli occhi lucidi (risata, ndr). Ero contento, spero di commuovermi fra qualche giorno».

Magari alzando la coppa. Come si supera il Real?

«Queste sfide si giocano su 180 minuti, la prima è fondamentale, bisogna giocare in maniera intelligente come sappiamo fare, essere accorti, ma spavaldi, perché non abbiamo nulla da perdere. C’è un sogno da realizzare, sapendo sempre che c’è il ritorno a Madrid».

Se vince la Champions, cosa succede?

«Potrebbe essere un modo perfetto per chiudere con l’Italia. La Juve sarà l’ultima mia squadra in A. Prima vinciamo poi vediamo».

Fino a quando giocherà?

«Finché avrò la stessa voglia di allenarmi e finché starò bene. Sarò il primo ad accorgermi quando non sarà più come adesso e allora toglierò il disturbo».

Le dispiace non aver giocato in Spagna?

«Non ho rimpianti, sono italiano, ho avuto l’onore e il privilegio di giocare nelle tre più grandi squadre del nostro Paese»

Pero è stato vicino al Real...

«Nel 2006 quando Capello è diventato allenatore, il Milan ha avuto problemi con Calciopoli, avevo fatto quasi tutto, poi ho rinnovato il contratto e abbiamo vinto la Champions».

Sfiderà Ancelotti...

«E’ stato come un padre, abbiamo passato tanti anni insieme, mi ha lanciato nel grande calcio, in una posizione diversa, facendomi cambiare ruolo. Con lui ho vissuto momenti indimenticabili e condiviso tante vittorie».

Conoscendola, crede che studierà qualche contromisura?

«Spero che non prepari nulla, vorrei giocare libero. Sono 10 anni però che mi marcano a uomo, ma me la sono sempre cavata».

Al Santiago Bernabeu l’ultima volta le hanno dedicato una standing ovation...

«Mi ricordo, è stata una bellissima emozione, essere applauditi da uno stadio così importante è bellissimo. Spero che si ripeta fra una settimana, ma tutti insieme».

Cos’è per lei il Real?

«La squadra più importante del mondo».

A centrocampo sarà una battaglia fra titani...

«Sarà bello. C’è Kroos, ma anche tanti giocatori con caratteristiche offensive. L’anno scorso c’era Di Maria che si sacrificava, quest’anno tocca a James Rodriguez».

Come vede Cristiano Ronaldo?

«Dall’Italia. Gli faccio i complimenti, insieme a Messi sono di un’altra categoria».

Con chi le sarebbe piaciuto giocare?

«Con Iniesta e Xavi, giocano per la squadra, per i compagni, sono bravi tecnicamente, fanno esaltare le qualità del gruppo».

Il suo idolo?

«Roberto Baggio».

Facciamo un passo indietro. Perché ha lasciato il Milan?

«Avevo bisogno di altre motivazioni dopo 10 anni vissuti in una squadra dove avevo vinto tutto. Ho scelto la Juve, la squadra perfetta, perché aveva obiettivi ed ambizioni importanti come me».

E’ stata colpa di Allegri?

«No, con lui non ci sono mai stati problemi, ho giocato sempre, poi mi sono infortunato. Il mio tempo al Milan era scaduto».

Con lui la Juve ha assunto una mentalità più europea. Cosa è cambiato?

«Siamo cresciuti, abbiamo fatto esperienza. Nei primi anni di Conte non eravamo ancora pronti per la Champions, quest’anno nonostante qualche difficoltà nel girone siamo venuti fuori, abbiamo assunto consapevolezza».

Conte l’anno scorso aveva detto che lui da allenatore prima o poi avrebbe alzato la Champions e che per questa Juve era impossibile...

«Ognuno ha le sue opinioni ed è giusto che le esprima. E’ stata una sua decisione andare via. Noi abbiamo lavorato sodo e meritatamente ci giochiamo questa semifinale di Champions».

Fra le quattro semifinaliste la Juve è la cenerentola?

«Nessuno ci ha regalato niente. Ora ce la giochiamo alla pari, anche se non siamo i favoriti. Quando di arriva a questo punto può succedere di tutto, sono uno vince, guardate l’Atletico Madrid dell’anno scorso».

Credeva che la Juve potesse fare meglio dell’anno scorso?

«Non sono sorpreso da questi risultati, quando è iniziata la stagione sapevamo che dovevamo dare qualcosa in più perché Conte era andato via ed erano successi un po’ di casini. Ci siamo parlati, dovevamo vincere assolutamente il campionato per dimostrare di essere un grande gruppo».

Un calciatore come deve meritarsi il rispetto?

«Cercando di comportarsi sempre bene, di non fare casini in campo e fuori. Bisogna piacere alla gente, che si affeziona».

Infine a proposito di campioni, una parola per Tevez..

«E’ un grandissimo. Ma non lo scopriamo adesso. Lo aveva dimostrato già allo United e al City. Abbiamo la fortuna di averlo alla Juve. Spero ci aiuti a vincere contro il Real e anche l’anno prossimo».