Giovedì 2 Maggio 2024

Salva-banche, Renzi: aiuteremo i risparmiatori. Ma si assottiglia il fondo di solidarietà

100 milioni di indennizzi. Renzi: sarebbero falliti quattro istituti

Matteo Renzi (Ansa)

Matteo Renzi (Ansa)

Roma, 6 dicembre 2015 - MATTEO Renzi promette «qualche forma di sollievo» per i piccoli risparmiatori vittime dei crack di Banca Etruria, Banca Marche, CariChieti e Cassa di Risparmio di Ferrara, i quattro istituti di credito interessati dal decreto cosiddetto salva-banche. Ma, tirate le somme, il «sollievo» del premier, sotto forma di emendamento alla legge di Stabilità, non andrà oltre i 100-120 milioni di euro complessivi concentrati in un fondo ad hoc destinato a indennizzare «poco» (non più del 30%) e «pochi», una minima parte dei 130mila cittadini e delle 10mila famiglie che hanno investito in banche «fallite» e soprattutto nelle famigerate obbligazioni «subordinate» diventate ormai carta straccia.

ED È per questo che l’opposizione tutta va all’attacco delle mosse del governo. Matteo Salvini, che sarà ad Arezzo giovedì prossimo davanti alla sede di Banca Etruria, è senza fronzoli: «Renzi salva i banchieri e se ne fotte degli italiani. A proposito, ne sa qualcosa la signorina Boschi?». Non da meno è Renato Brunetta: «Renzi e i suoi cari hanno messo in atto una rapina in banca senza passamontagna». Stessi toni sul blog di Beppe Grillo («Il Pd ha salvato le banche, ora salviamo i risparmiatori»), mentre i Cinque Stelle hanno dato appuntamento proprio per oggi in piazza Montecitorio al popolo dei «risparmiatori bastonati».

IL PRESIDENTE del Consiglio, insomma, tenta di correre ai ripari, tanto più che la protesta crescente dei risparmiatori danneggiati dalle crisi delle quattro banche – ma anche dalla soluzione escogitata dal governo – si concentra largamente nelle regioni a più forte presenza Pd. «Ora – fa sapere Renzi – stiamo studiando qualche forma di sollievo, ma il punto centrale è che, senza il nostro intervento, le banche avrebbero chiuso».

Da qui una girandola di summit tra Montecitorio e via XX Settembre, con protagonisti i relatori alla manovra e i viceministri e sottosegretari dell’Economia (da Tancredi a Melilli, a Morando, da Casero a Baretta, a Zanetti). A tarda sera, il tentativo si traduce e si riduce nella creazione di un fondo specifico da 100-120 milioni di euro (alimentato dallo Stato e dal sistema bancario in proporzione uguale o per due terzi a carico dell’insieme delle banche). Una soluzione comunque al ribasso, che, ammesso venga avallata dalle autorità di Bruxelles e da quelle indipendenti, è destinata in ogni caso a scontentare i diretti interessati. 

L’INTERVENTO potrebbe servire infatti a rimborsare al massimo il 30% dei circa 300 milioni di euro di obbligazioni subordinate nelle mani dei piccoli risparmiatori, a fronte di una partita complessiva di bond di questo tipo di circa 758 milioni e di un giro di capitali evaporati da 2,6 miliardi di euro. Si ragiona se gli obbligazionisti interessati all’indennizzo debbano comunque essere «in condizioni d’indigenza o comunque di vulnerabilità economica e sociale». Il tutto per ridare un po’ di quattrini a chi ha investito fino a 30mila euro, senza considerare, però, che ci sono anche anziani e pensionati che avevano investito oltre 100mila euro.

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