Domenica 28 Aprile 2024

Legge elettorale, 'modifiche' al modello tedesco: ok M5S a riduzione collegi

Un emendamento Pd blinda i vincitori dei collegi. Accordo coi 5 Stelle che presentano la stessa proposta. Anche FI sembra d'accordo. Ma sul tavolo restano voto disgiunto, pluricandidature e liste bloccate. Padoan: "L'incertezza pesa più del Qe"

Matteo Renzi e Beppe Grillo (Ansa)

Matteo Renzi e Beppe Grillo (Ansa)

Roma, 3 giugno 2017 - Si lavora ancora per trovare una quadra sulla riforma della legge elettorale sul modello tedesco. Pd e M5S hanno trovato un'intesa sulla riduzione dei collegi uninominali: Il Pd ha presentato un emendamento a prima firma di Alan Ferrari, per diminuire il numero dei collegi da 303 previsti dal testo Fiano a 233 (225 più gli 8 di Trentino e Val D'Aosta). In questo modo si risolverebbe il problema dei cosiddetti collegi sopranumerari, cioè i casi in cui i candidati dei partiti più grandi pur risultando primi nei rispettivi collegi, non verrebbero eletti.

Il M5S ha presentato la stessa proposta del Pd. E' stato depositato infatti in commissione Affari costituzionali un subemendamento del M5S, a prima firma Andrea Cecconi, che chiede di diminuire i collegi uninominali alla Camera da 303 a 225: lo stesso numero previsto dal deputato dem Alan Ferrari che dovrebbe essere accolto dal relatore e su cui sembra essere d'accordo anche Forza Italia. 

Il testo su cui era stato trovato l'accordo in precedenza prevede 303 collegi uninominali ma essi non sono maggioritari, bensì hanno un riparto proporzionale: un pò come la vecchia legge del Senato in vigore tra il 1948 e il 1992. Nelle Regioni 'monocolore', dove i candidati di un grande partito vincono in molti collegi, qualcuno di essi potrebbe non risultare eletto: infatti tra i vincitori si fa una graduatoria in base alle percentuale di voto ottenuta. È il caso, per esempio, delle Regioni Rosse per il Pd o di alcune Regioni del Sud (Sicilia) per M5s. L'emendamento Ferrari diminuisce il numero dei collegi a 232, quelli del Senato del Mattarellum. In tal modo i collegi sarebbero già definiti, e diminuirebbe la possibilità di collegi sopranumerari. Naturalmente questo porterebbe un simmetrico aumento degli eletti con i listini proporzionali che salirebbero da 303 a 374. I partiti che hanno sottoscritto l'accordo (Pd, M5s, Fi, Lega e Si) stanno ora trattando una intesa su questo punto.

Sono circa 780 tra emendamenti e subemendamenti al testo base della legge elettorale del relatore del Pd, Emanuele Fiano. Anche se il subemendamento sulla riduzione del numero dei collegi insieme ad un "pacchetto" di altre proposte di modifica, ha spiegato il presidente della prima commissione Andrea Mazziotti rispondendo ad una domanda, potrebbe far decadere molti altri emendamenti e ridurre così i tempi di lavoro della commissione. La commissione comunque continuerà a lavorare anche domani e lunedì; martedì alle 12 è previsto l'approdo in aula alla Camera. Tra i nodi politici che restano ancora sul tavolo della discussione ci sono il voto disgiunto, le pluricandidature e le liste bloccate. 

Intanto il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan ha parlato dei rischi dell'incertezza politica. "Usciamo dal luogo comune che la fine del Qe (il Quantitative easing, ndr) sarà un disastro", ha detto Padoan. Certo, ci sarà "poco tempo, un paio d'anni nei quali la capacità di reazione dell'economia italiana dovrà migliorare" ma "la situazione difficile è legata all'incertezza politica, è oggettivo. È molto difficile dire quale sarà il prossimo quadro di governabilità e il prossimo Parlamento".