Lunedì 20 Maggio 2024
ALESSANDRO FARRUGGIA
Esteri

Mar Egeo, la Nato schiera la flotta. "Colpiremo i trafficanti di uomini"

Nord della Siria, Erdogan chiede la no-fly zone per fermare i rifugiati

Un gommone stracolmo di migranti sbarca sull'isola di Lesbo (Ansa)

Un gommone stracolmo di migranti sbarca sull'isola di Lesbo (Ansa)

Roma, 12 febbraio 2016 - LA NATO invierà subito le tre navi dello Standing Maritime Group 2 – la nave da supporto tedesca Bonn , le fregate turca Barbaros e canadese Fredricton alle quali potrebbe a giorni aggiungersi la fregata greca Salamis e altre – «per una missione contro i trafficanti di esserei umani».  L’operazione concordata dal cancelliere Merkel e il presidente turco Erdogan, ha avuto il via libera americano e greco. «La task force – ha detto il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg – non avrà lo scopo di fermare o rimandare indietro i barconi, ma avrà compiti di ricognizione, monitoraggio e sorveglianza degli attraversamenti illegali» e ha aggiunto che «i migranti raccolti dai mezzi Nato saranno tutti automaticamente riportati in Turchia, indipendentemente da dove e da chi verranno raccolti». «L’Italia – ha commentato il ministro della Difesa Roberta Pinotti – considera positivo il nuovo impegno della Nato nell’Egeo e torna a chiedere che possa essere esteso anche alle acque prospicienti alla Libia. Lo abbiamo già fatto tempo fa e ieri lo ho chiesto nuovamente, con Spagna, Portogallo e Grecia che hanno condiviso la richiesta». «Ora il percorso appare più piano», osserva Pinotti, aggiungendo che c’è una «apertura positiva» all’estensione dell’operazione antiterrorismo Active Endeavour della Nato alle acque davanti alla Libia.

 

PER RIDURRE l’ondata migratoria è però prioritario trovare il soluzione alla guerra civile libica. Ma i segnali che arrivano ancora una volta non sono positivi. Da Riad arriva anzi un annuncio che rischia di produrre una escalation del conflitto siriano. L’Arabia Saudita ha fatto sapere che la decisione di inviare truppe di terra contro l’Isis in Siria «è definitiva». Mosca, che si è detta pronta al cessate il fuoco, e alla riunione del Gruppo di sostegno alla Siria in corso a Monaco di Baviera ha presentato una «proposta precisa» per una tregua, ha però replicato che una offensiva straniera in Siria «potrebbe innescare una nuova guerra mondiale». «Gli americani e i nostri partner arabi – ha affermato il premier Dmitri Medvedev – devono valutare seriamente questo: vogliono una guerra infinita? Dobbiamo costringere tutte le parti a negoziare, invece di causare una guerra mondiale». Si prefigura ora uno scenario in cui da una parte Mosca combatte al fianco di Assad contro l’Isis, ma anche contro i ribelli moderati siriani, dall’altra, truppe di terra saudite si aggiungerebbero ai bombardamenti della coalizione a guida Usa contro il gruppo jihadista. Ma probabilmente anche a sostegno dei ribelli anti Assad.

 

«UNA NO-FLY zone nel nord della Siria è l’unico modo per fermare il flusso di rifugiati in fuga verso la Turchia dai raid del regime e dei suoi alleati» ha detto ieri il presidente turco Recep Erdogan, in un discorso in cui è anche tornato a criticare l’Onu per la sua richiesta ad Ankara di riaprire le frontiere ai profughi siriani. Secondo Erdogan, anziché lanciare appelli alla Turchia, l’Onu dovrebbero occuparsi di fermare il tentativo di «pulizia etnica» perpetrata ad Aleppo da Assad .