Livorno, esproprio M5s. "Agli sfrattati le case sfitte dei privati"

Passa mozione a maggioranza. Il sindaco Nogarin requisirà in situazioni gravi

Livorno, il sindaco Nogarin in Consiglio comunale (Ansa)

Livorno, il sindaco Nogarin in Consiglio comunale (Ansa)

Livorno, 30 luglio 2016 - STRANO il destino dell’ex rossa Livorno, il porto di mare che dette i natali al Pci e che per 60 anni è stato la roccaforte del centrosinistra toscano. Nell’estate 2014 fu con sorpresa l’emblema dell’avanzata 5Stelle, con la vittoria del sindaco Filippo Nogarin, fedelissimo di Grillo, blindato dal direttorio anche quando guai amministrativi – ereditati o meno – gli hanno fatto arrivare un avviso di garanzia. Due anni dopo, nell’estate 2016 è ancora la maggioranza grillina a far parlare di sé, aprendo la strada ad una sorta di «esproprio proletario» pro tempore degli immobili sfitti: come Robin Hood, togliere la casa a chi non la usa e darla a chi non ce l’ha.   L’EMERGENZA sfratti è una piaga che conta a Livorno, vessata dalla crisi, 225 esecuzioni con forza pubblica per morosità incolpevole solo nel 2015 e 1.821 famiglie in lista d’attesa per le case popolari. La soluzione pentastellata punta alla requisizione temporanea di immobili privati vuoti o comunque inutilizzati. Questo grazie all’approvazione in consiglio comunale della mozione che ha presentato Marco Cannito (capogruppo della lista civica Città Diversa ed ex candidato sindaco che ha conteso a Nogarin il governo della città) con voto favorevole della maggioranza grillina e parte delle opposizioni. Pd e Forza Italia più tre ex grillini espulsi (confluiti nel gruppo Livorno Libera), hanno votato contro. Insomma il consiglio comunale dà mandato al sindaco di rastrellare in caso di bisogno estremo edifici o singole abitazioni vuoti. Anche di proprietà privata.

«Il consiglio comunale – recita il testo della mozione – impegna il sindaco alla requisizione temporanea degli immobili vuoti e inutilizzati per le emergenze abitative con motivazione di urgenza umanitaria. Laddove possibile con una eventuale indennità di occupazione da parte degli ospitati». «Rientra nelle prerogative del sindaco - dice lapidario Nogarin – che può agire anche in questo modo in caso di emergenza. Questa mozione approvata rafforza tale capacità operativa del sindaco di intervenire con mezzi eccezionali per governare l’emergenza abitativa». Nulla di strano, quindi, dice lui.

Ma Pd e Forza Italia insorgono: le requisizioni rischiano di innescare un conflitto soprattuto con i privati. «Si tratta di un provvedimento di valenza temporanea – ribatte Nogarin – per la quale non è escluso il pagamento di un indennizzo da occupazione a carico di chi ne beneficerà». Più prudente l’assessore alla casa Ina Dhimgjini, che è anche avvocato. «La mozione passata giovedì rappresenta una volontà politica che ora dovrà concretizzarsi con atti amministrativi. Per procedere però andrà fatta una valutazione della situazione con la Prefettura e gli uffici legali del Comune per salvaguardare anche la proprietà privata e codificare le situazioni di emergenza e urgenza per cui intervenire con la requisizione temporanea. L’amministrazione comunale si prenderà tutto il tempo necessario per studiare come muoversi». Già al lavoro c’è Daniele Esposito, presidente grillino del consiglio comunale. E non ha dubbi. «È uno strumento in più per affrontare l’emergenza abitativa in situazioni estreme. Non passi il messaggio secondo cui da domani Nogarin requisisce tutto quel che trova sulla sua strada, non è così. Prenderemo in considerazione immobili vuoti da parecchio tempo, previo monitoraggio». Ma nella Livorno proletaria e balneare, molte case sfitte sono in realtà case-vacanza. Chi ci paga le tasse tutto l’anno, magari d’estate racimola qualcosa affittando ai turisti.