Sabato 4 Maggio 2024

Libia, liberato Marco Vallisa, tecnico rapito in luglio. Fonte all'Afp: "Pagato riscatto di quasi un milione di euro"

Il tecnico italiano lavorava in Libia per la ditta Piacentini quando fu rapito a Zwara, il 5 luglio 2014. Altri 5 italiani in mano a sequestratori nel mondo

Marco Vallisa (Ansa)

Marco Vallisa (Ansa)

Roma, 13 novembre 2014  - E' stato liberato Marco Vallisa, il tecnico italiano della ditta Piacentini rapito in Libia, a Zwara, il 5 luglio 2014. Ne ha dato notizia, questa notte con un tweet, il ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, Paolo Gentiloni. Il nostro connazionale è stato subito messo su un volo per l'Italia. Originario di Roveleto di Cadeo, in provincia di Piacenza, 54 anni, Vallisa era impegnato in un cantiere in Libia per la sua azienda edile modenese quando è stato tratto in ostaggio assieme a due colleghi, il bosniaco Petar Matic e il macedone Emilio Gafuri, nella città costiera di Zuara. Matic e Gafuri sono stati rilasciati due giorni dopo il sequestro.  

"Esprimo profonda soddisfazione per la liberazione di Marco Vallisa, il tecnico italiano della ditta Piacentini rapito in Libia a Zwara il 5 luglio 2014 e ora in volo per l'Italia", ha dichiarato in un comunicato il ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Paolo Gentiloni. "Desidero ringraziare calorosamente tutti coloro che hanno lavorato per il felice esito della vicenda. Tale risultato è il frutto di un gioco di squadra dell'Unità di crisi del ministero degli Esteri e della Cooperazione internazionale, dei nostri servizi d'informazione e dell'ambasciata d'Italia a Tripoli", ha aggiunto il ministro.  

Gentiloni ha poi voluto esprimere il suo "più vivo apprezzamento per la dedizione e la professionalità dimostrata e per l'efficace e paziente azione". "Un particolare ringraziamento alla famiglia per la fiducia nel lavoro delle Istituzioni", ha detto il titolare della Farnesina.  Al momento sono ancora cinque gli italiani tenuti in ostaggio nel mondo: padre Paolo Dall'Oglio, sequestrato a fine luglio del 2013 in Siria; le due cooperanti lombarde Vanessa Marzullo e Greta Ramelli, in ostaggio dal 31 luglio 2014; il tecnico veneto Gianluca Salviato, rapito in Libia il 22 marzo 2014, il cooperante siciliano Giovanni Lo Porto, scomparso il 19 gennaio 2012 tra il Pakistan e l'Afghanistan.

FONTE LIBICA: PAGATO RISCATTO - Per la liberazione "sarebbe stato pagato un riscatto di quasi un milione di euro". Lo sostiene con l'agenzia France Presse una fonte della sicurezza libica che ha chiesto di rimanere anonima. Secondo la fonte, Vallisa è stato tenuto prigioniero da un gruppo armato di cui non ha fornito l'identità. Ma Gentiloni afferma: sui casi di connazionali rapiti "l'Italia si attiene alle regole internazionali di correttezza. Questa è sempre stata la nostra linea".

CAMPANE A FESTA  - Questa mattina alle 8.30 don Umberto Ciullo, il parroco di Cadeo il comune della bassa piacentina in cui abita il tecnico Marco Vallisa liberato la scorsa notte, ha fatto suonare le campane in segno di festa alle 8.30.

SINDACO: FINE DI UN INCUBO - "Esprimo la soddisfazione mia personale e dell'amministrazione comunale per la liberazione del dipendente della ditta modenese Piacentini costruzioni, rapito in Libia oltre quattro mesi fa". Lo afferma il sindaco di Modena, Gian Carlo Muzzarelli, commentando la notizia del rientro in Italia di Marco Vallisa, annunciata nella notte dal ministro degli Esteri Paolo Gentiloni. "La famiglia del tecnico di Piacenza può finalmente ritrovare la serenità - aggiunge Muzzarelli - ma la conclusione della vicenda è importante anche per l'azienda e per tutto il sistema economico locale".

ANCORA 5 ITALIANI IN MANO AI RAPITORI NEL MONDO - Con la liberazione di Marco Vallisa, tecnico italiano che era stato rapito il 5 luglio in Libia, sono cinque gli italiani che restano nelle mani dei sequestratori nel mondo. A cominciare da Giovanni Lo Porto, cooperante 38enne di Palermo rapito in Pakistan il 19 gennaio 2012 insieme a un collega della Ong tedesca Welt Hunger Hilfe. Quest'ultimo, Bernd Muehlenbeck, è stato liberato il 10 ottobre di quest'anno in Afghanistan, in una moschea alla periferia di Kabul, dopo due anni e mezzo di prigionia. Dal 29 luglio 2013 non si hanno più notizie di padre Paolo Dall'Oglio, rapito nella zona di Raqqa da fondamentalisti islamici dopo che per quasi trent'anni aveva vissuto in Siria, rifondando la comunità di Mar Musa e promuovendo il dialogo interreligioso. Nel tempo, si sono susseguite notizie contrastanti, con voci su una sua presunta esecuzione poco dopo il rapimento e fonti più recenti che invece sostengono che si trovi ancora vivo nelle mani degli jihadisti sunniti dello Stato islamico (Isis). Come Vallisa, è stato sequestrato in Libia anche Gianluca Salviato, tecnico padovano di 48 anni, rapito dal cantiere dove lavorava per l'azienda 'Enrico Ravanelli' a Tobruk, in Cirenaica, il 22 marzo di quest'anno. Salviato soffre di diabete e ha costante bisogno di insulina. Non si hanno notizie neanche di Vanessa Marzullo e Greta Ramelli, le due cooperanti volontarie ventenni scomparse il 6 agosto ad Aleppo in Siria, dove si erano recate con il 'progetto Horryaty' da loro cofondato insieme a Roberto Andervil.