Venerdì 3 Maggio 2024

L'Islam isoli i terroristi

CI CONVIVIAMO, ci scontriamo, ci alleiamo, ci commerciamo più o meno da 1400 anni, ma ancora non riusciamo (non sappiamo?), con le dovute eccezioni di esperti e cultori, a conoscerli non diremo a fondo, ma almeno in un modo che vada al di là dello stereotipo. Parlo dei musulmani, che ormai in Italia non costituiscono soltanto la seconda religione per numero, ma che rappresentano evidentemente un’attrazione forte, visto che i convertiti italiani all’Islam sono almeno 50mila. In questi giorni di lutto, di massacro, di riflessione è tornato di gran moda l’argomento se i musulmani moderati possano farcela a prevalere contro i fondamentalisti. Sarà il caso di chiarire che il termine musulmano moderato non significa molto. L’Islam, è vero, non è affatto un solo blocco monolitico, come non lo è il cristianesimo (ricordo che quando i mujaheddin mi dicevamo: «Ma voi cristiani…», io li interrompevo subito). Al di là della storica divisione tra sunniti e sciiti, esistono tra i sunniti quattro scuole canoniche, che differiscono anche notevolmente tra loro. E poi ci sono una serie di credi minori, spesso a cavallo tra sciiti e sunniti, tra esoterismo e setta.

QUINDI un musulmano può appartenere a un culto anche diverso da quello di un suo vicino. A cavallo dei credi sunniti esiste però da un paio di secoli una lettura rigorista e insieme semplice, quella dei wahhabiti dell’Arabia, lettura cui si è affiancata quella dei Fratelli musulmani egiziani, seguita da altre sempre più estremiste e più semplificate. In altre parole esiste nell’Islam una ‘fitna’ (una separazione, un contrasto) che divide le comunità, spacca vecchie solidarietà e conduce una fetta considerevole di islamici a praticare la lotta armata prima contro gli altri musulmani, giudicati in toto eretici, poi contro gli ebrei e i crociati (che saremmo noi). Da qualche tempo le comunità musulmane che vivono in Occidente hanno preso l’abitudine di condannare le azioni dei fondamentalisti, affermando che quello non è il vero Islam. D’accordo, va bene, ma sarà il caso di ricordare a tutti questi musulmani ‘moderati’ che il semplice condannare non basta, bisogna andare oltre. Bisogna isolare, bisogna denunciare, bisogna espellere i predicatori di morte e di odio in nome di una pretesa purezza che, è vero, snatura non solo gli insegnamenti coranici, ma quelli contenuti negli hadit (detti) del profeta Maometto. Insomma, prendere le distanze non basta più, e lo ha detto non un capo di Stato europeo, ma il leader del più grande paese arabo, il presidente egiziano Al Sisi, parlando nella massima sede del sunnismo, l’università di Al Azhar.

COSÌ DICE, ma per fare questo bisogna convincere i vari imam. E anche qui ci vuole un chiarimento: un imam non è l’equivalente di un nostro parroco. Religione senza clero, l’Islam sunnita vede nell’imam piuttosto un esperto di fiq, di diritto islamico, che non di teologia. E poi qualsiasi musulmano che raduni attorno a sé qualche fedele diventa automaticamente il loro imam, le cui parole hanno valore solo per i suoi seguaci. Ci sono così imam preparati e imam fai da te, imam estremisti e imam moderati. Forse sarebbe il caso che, come avviene in Francia, anche da noi si fissasse un iter e un cammino formativo per chi vuole divenire imam. Anche se tutto questo, come si è visto proprio a Parigi, non è che serva a proteggere da tre fanatici che pensano di guadagnarsi il paradiso uccidendo qualche «infedele».