Venerdì 3 Maggio 2024

Padoan: "Siamo fuori dal tunnel della crisi"

Il ministro dell'Economia intervenuto al Left Wing a Fiuggi è ottimista: "Io penso che l'Italia nel 2018 sarà un Paese più solido, con più fiducia e più occupazione, anche giovanile"

Il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan a Fiuggi (Ansa)

Il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan a Fiuggi (Ansa)

Fiuggi, 15 luglio 2017  - "Stiamo lasciandoci alle spalle cose preoccupanti, come la fragilità del sistema bancario e l'inerzia degli investimenti. Siamo usciti dal tunnel e stiamo percorrendo una strada... stavo per dire un sentiero stretto, ma vedo il sentiero allargarsi", sono le parole del ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan intervenuto alla quinta festa di Left Wing in corso a Fiuggi dal 14 al 16 luglio. Padoan è ottimista: "Per questo non è irrealistico immaginare negli anni prossimi un salto di qualità dell'economia. Gli anni prossimi saranno migliori".

Poi Padoan analizza le stime riviste al rialzo da Bankitalia: "Questi numeri sono positivi, importanti, però vorrei fare un'annotazione qualitativa: sono numeri che sono il frutto di un'accelerazione degli investimenti e quando ci sono investimenti, si aumenta la domanda e si aumenta quello che gli economisti chiamano la crescita potenziale".

Ma per il ministro è importante "continuare sulla strada delle riforme, sulle tasse abbassate in modo sostenibile, ovvero sul fatto che una volta che si abbassano non si rialzano più".

L'obiettivo è ancora l'emergenza sociale: "Lo spazio fiscale non è estremamente ampio e di conseguenza bisogna usare al meglio le poche risorse che si hanno". Padoan, parlando della manovra, definisce un obiettivo "assolutamente prioritario" l'utilizzo delle "risorse a disposizione per accrescere l'incentivo alle imprese per assumere i giovani".

Infatti "Il cuneo fiscale è un termine che in sé non vuol dire nulla. Si tratta di capire quale sia il meccanismo tecnico sulla base del quale, per un dato ammontare di risorse pubbliche, ci sia il massimo possibile di giovani assunti", spiega il titolare del Mef, e sottolinea la necessità "di indirizzare le risorse verso obiettivi chiari: c'è la dimensione sociale, le persone più deboli vanno sostenute".

Sul tema opportunità di superare il Fiscal Compact, il ministro spiega: "Il Fiscal Compact ha dei problemi tecnici che hanno implicazioni su come si disegna la politica del bilancio. Ci sono però altri temi che possono essere aggiunti e considerati. Il futuro dell'Ue non si gioca sul Fiscal Compact sì o Fiscal Compact no. È possibile immaginare modi per migliorarlo in modo che sia parte di un disegno più ampio. Altrimenti facciamo una battaglia ideologica nel senso negativo del termine".

La Ue oggi ha una grande opportunità secondo Padoan:  "Il problema da porre è come si fa a recuperare la convinzione fra tutti che l'Ue è parte della soluzione e recuperare la fiducia comune. Oggi, paradossalmente, l'Ue ha una nuova grande opportunità, quella di dimostrare nei fatti che le soluzioni europee sono migliori per tutti rispetto a quelle nazionalistiche ma è un tema che deve essere sollevato a livello politico, nel senso di proporre un progetto basato sulla democrazia, sul consenso".

A tal proposito sulla Monti-Renzi, il ministro dà una prospettiva differente: "Il dibattito deve andare nella direzione di identificare strumenti tecnici, istituzioni come il ministro delle Finanze europeo" che affrontino anche le nuove sfide dell'Europa. "Tutto ciò rappresenta un dibattito che già c'è, bisogna chiedersi non tanto da che parte si sta ma dal punto di vista politico chiedersi a cosa servono queste istituzioni: servono a trovare soluzioni europee a problemi sacrosanti dei cittadini". Il titolare del Tesoro poi ribadsice: "La mia idea è che ci sono soluzioni europee che funzionano meglio di quelle nazionali ma in Ue bisogna non essere da soli a portarli avanti".

Una visione di un futuro migliore: "Io penso che l'Italia nel 2018 sarà un Paese più solido, con più fiducia e più occupazione, mi auguro anche giovanile, rispetto a cinque anni fa. È nei numeri, spero sia anche nella percezione dei cittadini". E le elezioni? "Io sono un tecnico, non un politico", e sorride.  

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