Domenica 28 Aprile 2024

Call center, Sos sindacati: "A rischio 70-80mila posti di lavoro"

L'allarme lanciato nell'ambito della vertenza Almaviva. A Palermo occupata una sede. Il Mise convoca le aziende: "Tolleranza zero per chi applica i 'contratti pirata'"

Call center (Foto archivio)

Call center (Foto archivio)

Roma, 19 ottobre 2016 - Salvate i call center. Senza interventi normativi rapidi, denunciano i sindacati, "si rischia di perdere 70/80 mila posti di lavoro, una vera bomba sociale". L'accorato Sos è partito a margine di un'audizione informale al Senato sulla vertenza Almaviva. "Se non si interviene, in pochi mesi ci ritroveremo di fronte a una situazione drammatica con problemi di ordine pubblico", avvertono i sindacati.  A quanto si apprende, due giorni fa, il 17 ottobre,  il ministro dello Sviluppo Calenda, con la viceministro Bellanova, ha convocato i rappresentanti delle aziende committenti dei servizi di call center ed è stato "perentorio" nell'indicare la linea di "tolleranza zero" del governo nei confronti di chi continuerà a procedere con gare che, "permettendo aggiudicazioni a prezzi al di sotto dei livelli di retribuzione indicati dai contratti nazionali di lavoro più rappresentativi, consentono alle aziende fornitrici di applicare i cosiddetti 'contratti pirata'".

I SINDACATI - . Giorgio Serao della Fistel, Riccardo Saccone della Slc Cgil e Pierpaolo Mischi della Uilcom esemplificano i punti da affrontare urgentemente: "un intervento contro le gare al massimo ribasso rispettando i minimi contrattuali, un serio contrasto alla delocalizzazione (la norma è contenuta nel ddl Concorrenza ancora non approvato) e sanzioni per chi porta all'estero i call center, ammortizzatori sociali ordinari per il settore e non in deroga come sono attualmente". Le responsabilità, concludono i sindacati, "sono soprattutto di Governo e Parlamento".

OCCUPAZIONE - Intanto a Palermo i lavoratori di Almaviva Contact hanno occupato il call center di via Marcellini, dove si trova una delle due sedi della società: protestano contro il piano di trasferimento aziendale di 150 operatori dalla Sicilia in Calabria. Dopo che ieri l'incontro al ministero dello Sviluppo per scongiurare il trasferimento dei lavoratori dal 24 ottobre a Rende (a causa della dismissione della commessa Enel in scadenza a dicembre) si è concluso con un nulla di fatto e con un rinvio a domani delle trattative a Roma, i sindacati hanno proclamato due giornate di sciopero a partire da oggi. Almaviva Contact, in una nota, giudica inammissibili forme di protesta che si collocano fuori dalla legalità, come quelle in corso a Palermo. La società assumerà ogni opportuna iniziativa a tutela della legalità, della continuità delle attività e della sicurezza delle persone che vi lavorano, conclude la nota. 

 

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro