Venerdì 17 Maggio 2024

di VIVIANA PONCHIA

I PIEDI in primo piano, e dietro l’orizzonte. Due miliardi di anni di storia della Terra raccontate dalle crepe del Grand Canyon messe in ombra da una collisione di denti storti: lui e lei si abbracciano e scattano, la foto scivola dal pollice a Facebook e si prende una pioggia di like. Nessuno che scriva: spostatevi, cretini. Quei due piacciono davvero e Dio la prossima dovrà metterci più impegno con le sue meraviglie per meritarsi il primo piano. Selfie è un altro modo di dire autoscatto, solo meno sfigato. Forse ha le ore contate. Negli Stati Uniti, dove le ascelle pelose di Madonna in vena di confidenze hanno fatto storia, è nato l’Anti Selfie Movement, con Kirsten Dunst che ci presta la faccia, questa volta a fin di bene. Carinissima la scena del video in cui l’attrice viene travolta dai selfie di due fan che di persona la ignorano, ma chiedono per favore di essere taggate. Ecco a che punto. Ecco perché si formano gli anticorpi. Ci hanno fatto entrare nei loro bagni, in camera da letto, nelle cucine più tristi con le tovaglie di plastica a fiori. Erano quelli che puntualmente ogni mattina ci informavano sul transito intestinale e gli ingorghi dei neuroni. E chissenefrega. Di te e del tuo gatto che poveretto si vergogna e dovrebbe insegnarti a zampettare nel mistero. Ma è durato quello che si meritava, l’ego è uno scattista che non regge le maratone. L’ONDATA di narcisismo che ha travolto i social network si ritira lasciando relitti imbarazzanti e un po’ di nausea, ma pure la speranza di un nuovo rinascimento. È tempo di essere Unselfie, provoca il movimento americano. Cioè di disintossicarsi progressivamente dalla sovraesposizione, di recuperare un minimo di enigma, insomma di sloggiare dallo spazio sociale. E chi proprio non riesce a smettere dovrebbe almeno scalare con ironia, che non vuol dire avvolgersi il muso nello scotch come imponeva una recente deriva del fenomeno, ma tentarle tutte per non farsi riconoscere. Farsi i selfie e farsi di selfie in realtà è molto più pornografico di un vecchio autoscatto nella vasca da bagno perché implica l’immediata condivisione con centinaia di guardoni. IL DICIANNOVENNE inglese Danny Bowman ha confessato di essere riuscito a spararsene anche 200 al giorno per ottenere la foto perfetta e uno straccio di approvazione. Poi è dimagrito di 12 chili, non è uscito di casa per sei mesi e ha pensato al suicidio. Se dovesse fallire l’Anti Selfie Movement si può fare un altro tentativo. Al primo che si azzarda a fare la ruota girare il pollice in giù pregandolo di togliersi dai piedi perché l’orizzonte è più interessante. E via anche il gatto, che ringrazierà.