Sabato 4 Maggio 2024

Il ritorno dello zar

IL GELO tra Russia ed Europa è stato rotto. Il vertice di Milano ha dimostrato che il presidente russo Putin e quello ucraino Poroshenko si parlano e, nello stesso tempo, ha confermato che quando non è presente Obama l’atmosfera è più favorevole al confronto nonostante il tono resti a tratti molto acceso.

L’ITALIA è un paese dove Putin si sente particolarmente a suo agio. Non tanto perché ha avuto modo di ricordare i vecchi tempi con l’amico Silvio Berlusconi, quanto perché Putin sembra apprezzare molto il dinamismo del giovane premier italiano Matteo Renzi e sembra entusiasta della sua mancanza di formalità. Abituato ad arrivare sempre in notevole ritardo – la cancelliera Merkel ha annullato e rinviato il primo incontro a causa di questo vizietto di Putin – il presidente russo ha dimostrato di apprezzare moltissimo il suo rientro internazionale dopo l’inizio della crisi dell’Ucraina. 

E' VERO, qualcuno si aspettava qualcosa di più. Soprattutto la Germania, che sta patendo più di tutti le sanzioni e le ritorsioni economiche contro la Russia. Nonostante questo disappunto, a ben vedere, su tutti i punti in discussione si sono registrati più o meno piccoli passi avanti. Gli accordi di Minsk sembrano destinati a non restare lettera morta e la soluzione del conflitto nell’Ucraina orientale, benché non sembri ancora a portata di mano, se non altro ha molte possibilità di essere congelata in attesa di tempi migliori. 

E’ A PORTATA di mano il raggiungimento dell’obiettivo che sta più a cuore del Cremlino: la creazione di una zona cuscinetto che permetta la fine dello stillicidio di vittime civili. Mentre a Milano i due presidenti discutevano con estrema franchezza, da Mosca è rimbalzata una notizia inquietante. La Russia intende mettere in stato d’accusa il comando militare dell’Ucraina per crimini di guerra. Non sono stati raggiunti invece risultati apprezzabili su un eventuale accordo per far partecipare anche le due repubbliche ribelli alle elezioni legislative previste in Ucraina per domenica 29 ottobre. Le due repubbliche sembrano ormai orientate a tenere una consultazione elettorale indipendente qualche settimana dopo.

I RISULTATI più incoraggianti sono stati raggiunti tuttavia, nonostante Angela Merkel abbia dichiarato di non aver visto niente di positivo, sul tema che sta a cuore all’Europa: le forniture di gas. Alla fine di negoziati estenuanti – dopo il primo incontro Poroshenko aveva parlato di «progressi limitati» – il presidente ucraino ha dichiarato: «Abbiamo concordato i parametri principali del contratto». Il presidente francese Hollande, con un tono molto vicino all’ottimismo, ha dato appuntamento alla prossima settimana. Il 21 ottobre, quando a Berlino si terrà il prossimo vertice energetico, Poroshenko ha espresso la convinzione che si raggiunga un accordo finale. 

IL LACONICO commento del portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, «le due parti hanno continuato a esprimere serie divergenze sulle ragioni che stanno all’origine del conflitto in Ucraina», non deve ingannare. Il vertice di Milano è stato una tappa importante per porre fine a una guerra fratricida che non potrà mai avere né vinti né vincitori. Mai come in questi giorni è apparsa chiara la volontà di impedire con tutti i mezzi un ritorno alla Guerra Fredda.