Milano, 17 mag. (askanews) - La ricerca aperta può far correre più velocemente l'innovazione, soprattutto quando si parla di intelligenza artificiale. Ne è convinta Meta che promuove un approccio open source nel campo dell'Ai, con l'obiettivo di agevolare la crescita economica e realizzare prodotti più sicuri, in una logica di sviluppo responsabile. A Palazzo Clerici, Meta e Ispi hanno incontrato imprese e società civile per confrontarsi sullo sviluppo open source dell'intelligenza artificiale, nel primo policy breakfast in media partnership con askanews. Angelo Mazzetti, Responsabile Affari Istituzionali di Meta in Italia: "Meta sono più di 10 anni che ha deciso di adottare questo approccio open source rilasciando mille modelli di intelligenza artificiale. Per due motivi: permette uno sviluppo delle tecnologia più sicuro; e poi perché dà accesso a tecnologie alle quali altrimenti non sarebbe possibile avere accesso per moltissime persone perché sviluppare modelli di intelligenza artificiale richiede ingenti risorse e capacità computazionale che pochissime imprese oggi hanno a disposizione". I modelli open source di intelligenza artificiale, come Llama 3 di Meta, permettono di diffondere la tecnologia a livello internazionale, offrendo una piattaforma di base a chi poi sviluppa servizi ovunque nel mondo. Un percorso di democratizzazione dell'innovazione, come sottolinea Luigi Martino, Associate Research Fellow, Digitalizzazione e Cybersecurity, Geoeconomia di ISPI: "Possiamo riassumere questo aspetto nel concetto della democratizzazione e dell'abbattimento delle barriere di accesso all'utilizzo della tecnologia. L'open source è un valore aggiunto per lo sviluppo di una comunità internazionale basata sulla ricerca e sulla accessibilità della tecnologia a livello individuale, di centri di ricerca, pmi e anche startup". Un'apertura all'esterno che eleva il potenziale di crescita anche per le piccole e medie imprese italiane. Roberto Luongo, Consigliere del Ministro per l'internazionalizzazione e la valorizzazione del made in Italy nel mondo: "Possono sviluppare nuovi prodotti, utilizzando l'intelligenza artificiale sui mercati internazionali. Questo è il primo obiettivo che ci poniamo si parla di 70-80 miliardi aggiuntivi, rispetto a quello che già l'Italia fa (700 miliardi di esportazioni di beni e servizi). Dall'altro dal punto di vista governativo, dove e come possiamo migliorare le esportazioni, e anche sul versante imprenditoriale le imprese possono valutare, dato un determinato prodotto, dove presentarlo meglio e come poterlo sviluppare dal punto di vista del marketing". Open source, insomma, veicolo per imprese e organizzazioni per cogliere le opportunità dell'IA e dare impulso alle scoperte scientifiche.
© Riproduzione riservata