L'avvio dell'anno è stato contrastato per le Borse asiatiche. In una seduta senza Tokyo, chiusa per festività, i listini hanno registrato andamenti differenti: i cinesi sono andati in rosso dopo che l'indice PMI manifatturiero dell'Ufficio Nazionale di Statistica è sceso a dicembre a quota 49, sotto il 49,6 atteso dagli economisti, e quello non manifatturiero - pur cresciuto a 50,4 grazie al settore delle costruzioni - che evidenzia una fase di contrazione dei servizi. Hong Kong ha perso l'1,8%, Shanghai lo 0,4% e Shenzhen lo 0,7%, mentre Seul e Sydney sono salite dello 0,5%. In Europa, in attesa dei dati sugli indici PMI manifatturieri e dei dati sull'inflazione di dicembre, i future sono positivi, mentre a New York sono poco mossi. Il Bitcoin ha raggiunto per la prima volta da quasi due anni i 45 mila dollari (+4,2% a 45.456 dollari), sulla scia delle attese per l'approvazione da parte della SEC di un ETF che investa nella più importante delle criptovalute. In rialzo anche il petrolio, a causa delle tensioni nel Medio Oriente, dopo che l'Iran ha inviato una nave da guerra nel Mar Rosso in risposta all'affondamento di tre navi Houthi da parte degli USA. Il WTI è salito dell'1,6% a 72,8 dollari, mentre il Brent ha guadagnato l'1,9% a 78,5 dollari.
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