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Vivere senza milza, ricostruita su chip funzione filtro del sangue

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Si può vivere anche senza milza, ma quest’organo fragile, che a volte si lacera per una caduta traumatica, un incidente stradale o una malattia emopoietica,  ha una sua utilità, al punto che si stanno sperimentando soluzioni per ripristinare in qualche modo l’organo andato perduto. Un chip ha permesso di ricostruire in laboratorio, in maniera semplificata, la milza e il suo ruolo di filtro del sangue: in particolare, il chip mostra i problemi che insorgono per milioni di persone che in tutto il mondo sono affette da anemia falciforme, una condizione nella quale si altera la forma dei globuli rossi, che possono andare a intasare irrimediabilmente la milza.

 

Terapie su misura

La piattaforma è stata messa a punto da ricercatori di levatura internazionale, guidati dal Massachusetts Institute of Technology (Mit), che hanno pubblicato i dati sulla rivista dell’Accademia nazionale delle scienze americana (Pnas). Lo strumento così concepito permetterà di testare in modo accurato i farmaci e potrebbe anche aiutare i medici a scegliere terapie personalizzate.

 

Anemia falciforme

Ogni giorno, miliardi di globuli rossi passano attraverso la milza, l’organo responsabile del filtraggio delle cellule vecchie o danneggiate. Questo compito diventa difficile quando le cellule del sangue (che contengono emoglobina, necessaria per gli scambi di ossigeno e anidride carbonica) sono deformate, come nelle persone con anemia falciforme.

 

Trasfusioni

Nel 5% dei casi, molto spesso nei bambini, la funzione di filtro della milza viene come otturata, provocando ingrossamento (splenomegalia) e grave anemia. In questi casi si rende spesso necessaria una trasfusione di sangue, e contestuale asportazione della milza (splenectomia).

 

Ingorgo

Per capire i meccanismi all’origine delle complicanze, i ricercatori guidati da Yuhao Qiang hanno costruito un chip che imita in maniera semplificata il comportamento di quest’organo quando i livelli di ossigeno nel sangue si abbassano. Riportando su valori ottimali tutti questi parametri è possibile rimuovere l’ostruzione.

 

Monitoraggio

“Questo approccio potrebbe aiutare a progettare test per fornire una valutazione specifica distinguendo caso per caso”, ha commentato Pierre Buffet dell’Istituto Pasteur di Parigi, uno degli autori dello studio. “Stiamo parlando di un modello di laboratorio che può dare ai medici un’idea di come sta funzionando in quel momento la milza – aggiunge Buffet – e in quale situazione è necessario eseguire un intervento chirurgico o adottare altre misure”.

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