Benessere

Vitamina D, un aiuto al sistema immunitario

di
Gloria Ciabattoni
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Fino a non troppi anni fa la vitamina D era conosciuta quasi solamente come “vitamina del sole“ in quanto, prodotta grazie ai raggi solari, contribuisce all’assorbimento del calcio per le nostre ossa e, di conseguenza, a irrobustirle. Di recente sono emerse nuove proprietà di questa vitamina, che si rivela a vasto raggio nella prevenzione di tante patologie. Ce ne parla il dottor Andrea Giusti, geriatra e reumatologo a Genova, che è anche fra gli autori di uno studio recente sul ruolo della vitamina D nelle malattie infiammatorie e immunomediate.

 

Dottore, quali sorprese ci riserva la vitamina D?

“Da numerosi studi, anche recenti, emerge come essa sia fondamentale per la nostra salute, a cominciare dalla protezione del sistema immunitario, in quanto ci aiuta a difenderci dalle infezioni di virus e batteri. Ma gioca anche un ruolo importante nella protezione delle malattie autoimmuni”.

 

Quali?

“Parliamo di lupus eritematoso sistemico, artrite reumatoide, artrite psoriasica, diabete mellito tipo 1, sclerosi multipla. Sono tutte patologie molto invalidanti, e dagli studi emerge che il supporto della vitamina D sia importante non solo per evitare che la malattia si aggravi, ma anche nella prevenzione”.

 

E nelle malattie polmonari?

“È noto il ruolo della vitamina D come coadiuvante nel trattamento di pazienti tubercolotici, fin dal secolo scorso a chi era afflitto da questa patologia erano prescritti i cosiddetti ’bagni di sole’. Ma oggi sono stati fatti molti passi avanti ed è assodato che un supplemento di questa vitamina apporta un grande beneficio a questi pazienti”.

 

Può aiutare anche in caso di malattie stagionali?

“Se parliamo di infezioni respiratorie virali o batteriche, è assodato che una supplementazione di vitamina D giochi un ruolo fondamentale nella prevenzione. Ma c’è di più, ad esempio questa vitamina potrebbe essere utile per ridurre il rischio e le complicanze della setticemia negli ospedali”.

 

Dottore, anche nei casi di Covid-19 la vitamina D può giovare?

“Fin dai primi casi di Covid-19 è emerso come essa abbia avuto un effetto protettivo, anche per quello che riguarda le complicazioni. Lo abbiamo riscontrato in molti pazienti, compresi gli anziani ricoverati in strutture protette”.

 

Altre proprietà di questa vitamina?

“Voglio ricordare il suo ruolo in particolare nel diabete di tipo 2, in quanto la vitamina D migliora la resistenza insulinica”.

 

Quali sintomi ci avvertono di una carenza di vitamina D?

Un esame del sangue è significativo. Un allarme può venire da debolezza muscolare, dolori alle ossa, e stanchezza”.

 

Assodate le proprietà di questa vitamina, ma ora che andiamo verso la bella stagione, per attivarla non basta stare un po’ al sole?

“Magari. Infatti è vero che il sole è la principale fonte di vitamina D, ma per avere questi benefici dovremmo essere sempre all’equatore, quando la distanza del sole dalla Terra è minore. È vero che da noi l’estate è la stagione con i maggiori raggi UVB, ma è altrettanto vero che l’uso di creme protettive, per evitare l’insorgere di rughe o, peggio, melanomi, crea una barriera a questi raggi. Teniamo poi presente che nei periodi passati in casa, o comunque in ambienti chiusi, a causa del Covid-19 e del conseguente lockdown, abbiamo sempre meno beneficiato di passeggiate all’aria aperta. E bisogna considerare l’età, più avanza, minore è la capacità dell’organismo di sintetizzare questa vitamina: ad esempio un settantenne ne avrà un quarto rispetto a un ventenne. E poi, chi è in sovrappeso sarà penalizzato perché le cellule adipose rendono la vitamina D meno disponibile alle altre cellule”.

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