Oncologia

Viaggio nelle Car-T per battere i tumori del sangue

di
Alessandro Malpelo
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Offrire percorsi informativi sui tumori del sangue a pazienti ematologici e familiari, favorire il confronto con specialisti e istituzioni: questi gli obiettivi di «CAR-T – Destinazione futuro», campagna itinerante e online promossa da AIL (Associazione italiana contro leucemie, linfomi e mieloma) con il supporto incondizionato di Celgene Bms, Gilead, Janssen e Novartis. Un vero e proprio “viaggio nel futuro” della lotta ai tumori, che sul sito della onlus (www.ail.it) riporta una mappa aggiornata dei centri autorizzati alla somministrazione, eventi organizzati nei capoluoghi regionali che ospitano i centri abilitati e un video-racconto che narra il percorso di scoperta delle CAR-T, dalle prime intuizioni alla pratica clinica.

 

La campagna “in progress” presentata da Sergio Amadori, presidente Ail, proseguirà nel 2022 e sarà aggiornata in relazione alle continue novità che arrivano dal fronte della ricerca, delle autorizzazioni dell’Aifa e delle esperienze cliniche. «L’arrivo delle CAR-T ha aperto nuove prospettive per alcune malattie ematologiche – ha chiarito Amadori –  innescando grandi aspettative, ma serve un’informazione corretta, puntuale e trasparente. L’obiettivo è spiegare ai pazienti e ai loro famigliari che l’arma delle CAR-T è efficace, accessibile, ma in questo momento è indicata solo per alcuni tipi di malattie ematologiche e solo per pazienti con requisiti adeguati, in centri autorizzati. Un altro obiettivo consiste nell’avviare a livello nazionale e locale un confronto con specialisti e decisori per valutare le criticità e per creare le premesse affinché questa innovazione abbia pieno successo».

 

Le CAR-T (Chimeric Antigen Receptor T cell therapies), sono la nuova frontiera della medicina personalizzata nel campo dei tumori e rappresentano un’opzione terapeutica in quei pazienti nei quali le precedenti strategie terapeutiche standard (chemioterapia e trapianto di cellule staminali emopoietiche) hanno fallito: i linfociti T prelevati dal sangue del paziente, vengono “armati” in modo tale da esprimere sulla loro superficie il recettore CAR che li aiuta a riconoscere le cellule maligne e ucciderle, per poi essere reinfuse nel paziente stesso.

 

«Le terapie CAR-T hanno grandi potenzialità – ha affermato Elena Zamagni, Istituto di ematologia Seragnoli, Azienda Ospedaliero-Universitaria S. Orsola-Malpighi, Bologna – ed è necessario ottimizzarne l’efficacia, renderle sempre più sicure mitigando effetti collaterali e tossicità. Al momento la somministrazione delle CAR-T è esclusivamente ospedaliera e in regime di ricovero e solo nei centri certificati per i trapianti di cellule staminali che hanno seguito e concluso tutto l’iter certificativo».

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