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Trapianto e donazione di organi, si può fare di più

di
Alessandro Malpelo
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Negli ultimi dodici mesi in Italia le donazioni di organi, tessuti e cellule staminali sono cresciute del 3,7% rispetto all’anno precedente, mentre i trapianti eseguiti (3.887) segnano un +2,5%. Tante sono le storie a lieto fine, ma c’è un limite che salta agli occhi: più di ottomila persone in liste d’attesa, come potenziali riceventi, in attesa di una chiamata che, per molti, non arriverà mai. Lo dicono le statistiche.

 

Dichiarazione di consenso

“La dichiarazione di consenso alla donazione degli organi – ha spiegato Flavia Petrin, presidente nazionale Aido – deve essere una scelta consapevole, da effettuare in vita. Oggi è possibile farlo sia in modalità classica olografa (attraverso una scrittura privata) sia online, oppure di persona, davanti allo sportello dell’anagrafe, con la richiesta di rilascio della carta d’identità”.

 

Opposizioni

Negli ospedali italiani, in terapia intensiva, si registra un tasso medio di opposizione alla donazione degli organi del 28 per cento. Ironia della sorte, talvolta gli organi così generosamente messi a disposizione si perdono per strada, nel senso che si allungano i tempi della perfusione per problemi logistici o burocratici, sfuma l’opportunità di raggiungere un ricevente compatibile in tempo utile, e l’organo viene abbandonato. Un vero peccato.

 

Ottimizzazione

“L’Italia dovrebbe ripensare il paradigma gestionale della macchina dei trapianti, arrivando a procedure snelle, soluzioni rapide con tecnologiche innovative, con adeguate dotazioni professionali ed economiche”. Così la senatrice Elisa Pirro spiega le ragioni che hanno portato a costituire l’Intergruppo parlamentare, presentato nei giorni scorsi a Roma, nella sala Nassiriya del Senato della Repubblica, con esponenti della comunità scientifica e del mondo della advocacy. Particolare attenzione riguarda l’aggiornamento, nelle parti ormai superate, della Legge 91/99 istitutrice del Centro nazionale trapianti, organismo che resta fondamentale per regolare una materia così complessa.

 

Casi clinici

Le cronache delle ultime settimane hanno rilanciato il tema della solidarietà riportando storie commoventi: una donazione multiorgano a Forlì a cuore fermo, un fegato donato da una 97enne a un cinquantenne nelle Marche, una staffetta sanitaria da Padova all’Aquila con la Lamborghini della polizia stradale, il primo trapianto di lobo polmonare da vivente a Bergamo, protagonisti un padre e il figlio malato.

 

Manifesto e programma

Durante la conferenza stampa dell’Intergruppo parlamentare è stato presentato il Manifesto sociale condiviso da 11 associazioni, elaborato dal Comitato per l’equità di accesso alla donazione e trapianto, promosso dalla rivista di politica sanitaria Italian Health Policy Brief (IHPB). Un’attenzione particolare viene riservata alla necessità di ottimizzare la catena dei trapianti, incidendo sia sul piano della cultura della donazione sia sugli aspetti di tipo organizzativo, per superare il divario che esiste tra Nord e Sud.

 

Statistiche

Nel report del Centro nazionale trapianti (CNT) diretto da Massimo Cardillo, presentato al ministero alla presenza dei vertici dell’Istituto Superiore di Sanità, la Lombardia si conferma la regione nella quale si realizzano più trapianti, seguita da Veneto, Piemonte, Emilia Romagna e Lazio. Sono stabili i trapianti di rene (2.038, 4 in meno del 2021) e i trapianti di cuore (254 pari a +0,8%) mentre si registra un aumento dei trapianti di fegato (1.474 pari a +5,6%) e dei trapianti di polmone (138, +17,9%). Numeri importanti anche come donazione di tessuti, in particolare per le cornee e il tessuto muscolo-scheletrico. Bene le donazioni di midollo osseo e cellule staminali emopoietiche: sono state 329 le donazioni realizzate (+9,7%) e 961 i trapianti (+3,1%). Le dichiarazioni di assenso alla donazione depositate nel Sistema informativo hanno superato quota 14 milioni e mezzo.

 

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