Medicina

Tiroide, come tenerla sotto controllo

di
Alessandro Malpelo
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Certi segni di malattia della tiroide, negli adulti, avvicinandosi all’età della pensione, possono essere scambiati per le tipiche avvisaglie dell’invecchiamento: aumento di peso, sedentarietà, sbalzi di umore, caduta dei capelli. Questa piccola ghiandola posizionata nel collo, davanti alla laringe, normalmente non si vede, ma è sempre indaffarata. Parliamo di un organo che produce ormoni preziosi, che influenzano funzioni vitali legate al metabolismo.

 

Nei giovani, quando la tiroide lavora troppo (ipertiroidismo) possiamo avere nervosismo, batticuore, sudorazioni, dimagramento, una sofferenza che si legge anche nello sguardo. Quando la funzione tiroidea rallenta la corsa (ipoitirodismo) invece è tutta un’altra storia, ed è questo il tema che vogliamo affrontare.

 

«L’ipotiroidismo colpisce una persona su dieci a tutte le età – ha scritto Luca Persani, ordinario di endocrinologia all’Università di Milano – ed è più frequente nelle donne rispetto agli uomini. Oggi siamo in grado di riconoscere anche le forme più lievi, e curarle in modo appropriato». Tra i 50 e 60 anni può capitare che la ghiandola tiroidea si metta in pantofole senza dare nell’occhio. Ecco perché è bene valutare tutti gli indizi.

 

In Italia sono 6 milioni le persone con problemi alla tiroide, e i guai si manifestano nei modi più diversi. «Molti, ed esempio, addebitano alla tiroide un sovrappeso – chiarisce Anna Maria Colao, presidente della Società Italiana di Endocrinologia (Sie) – ma questa è solo una delle tante cause di obesità, mentre l’impiego di farmaci a base dell’ormone tiroideo a scopo dimagrante è sconsigliato, inefficace, e presenta dei rischi».

 

Un colesterolo improvvisamente elevato a volte è legato a una tiroide che perde colpi, in una persona anziana. Anche il cuore risente di bassi livelli di ormone tiroideo, ci si sente meno energici, capita di camminare più lentamente. L’intestino cambia passo, ci può essere stitichezza. Un dolore articolare vago è un classico sintomo di ipotiroidismo. Molte persone avvertono dolori muscolari generali, in particolare alle gambe.

 

Ansia, stanchezza e depressione sono sintomi che accompagnano l’ipotiroidismo, e possono colpire le persone anziane in maniera vistosa. A volte vengono interpretati erroneamente come disturbi psichiatrici, altre volte come demenza tipo Alzheimer.

 

Ecco perché i medici di solito prescrivono test della tiroide nelle persone con un declino cognitivo. Il livello degli ormoni oscilla in relazione all’età, ma dipende anche dalle scelte alimentari, e dagli stili di vita. Scarsa attività fisica, alcol e fumo possono incidere. Malfunzionamento della tiroide o del pancreas, glicemia elevata, aumento di peso, sono campanelli d’allarme che si riflettono nel metabolismo.

 

Pochi tuttavia sanno come affrontare certi inconvenienti e si affidano a rimedi improvvisati, ecco perché è bene parlare di questi cambiamenti al medico di famiglia, che valuterà gli eventuali esami da fare (analisi del sangue) e nel caso i consulti dagli specialisti e l’ecografia.

 

«Conoscere gli ormoni – osserva la professoresse Annamaria Colao – contribuisce a mettere in atto tutte quelle strategie che possano aiutare a prevenire le malattie nelle quali c’è una componente ormonale alterata». Insieme ai farmaci, i sintomi dell’ipotiroidismo si possono mitigare con l’esercizio fisico regolare, perché l’attività motoria rilascia endorfine, ormoni del benessere che aiutano a sentirsi fisicamente ed emotivamente meglio.

 

Più a lungo l’ipotiroidismo viene trascurato, più facilmente cronicizza e produce danni ingravescenti. La funzione tiroidea dipende fortemente dallo iodio, un apporto insufficiente, alla lunga, può contribuire all’insorgenza di ipotiroidismo. Buone fonti di iodio (a parte il sale iodato) sono rappresentate dai prodotti lattiero caseari come latte, yogurt e formaggio, e dalle risorse del mare: pesce, crostacei e alghe.

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