Negli adolescenti il sesso è sempre più spesso virtuale. Le mascherine hanno stravolto l’approccio, a volte timido e impacciato, legato ai corteggiamenti o al primo bacio. È quanto emerge da uno studio che ha coinvolto un campione di 80 ragazzi e ragazze di 16 anni, presentato al congresso della Sia, la Società italiana di andrologia. «Mai come oggi la riapertura delle scuole in presenza è cruciale. Contro i rischi del cybersex è essenziale il rientro nelle classi senza Dad», ha dichiarato Alessandro Palmieri, presidente Sia.
«Da un lato la pandemia ha sottratto ai teenager un anno fondamentale, in cui in genere si fanno le prime esperienze sessuali – precisa Palmieri – dall’altro sembra averli resi più attenti alle malattie sessualmente trasmissibili, responsabilizzati sull’uso del preservativo e alla scelta di partner stabili». I problemi emergenti riguardano soprattutto i maschi, perché i ragazzi tendono a confrontarsi meno con coetanei, familiari, o con il medico, rispetto alle ragazze. «I dati mostrano che solo un terzo dei giovani (35%) dichiara di essere informato – ha riferito Francesco Chiancone, specialista dell’ospedale Cardarelli di Napoli e coordinatore dello studio – internet è la prima fonte informativa sul sesso, seguito dagli amici (28,75%). Il 55% dei partecipanti non si confida».
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