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Pronto soccorso, accessi impropri. “Colpa dei giovani apprensivi”

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Gli accessi impropri in pronto soccorso, tutti quei casi che potrebbero essere meglio gestiti dai medici di famiglia e dalla continuità assistenziale nel territorio, sono espressione di un atteggiamento apprensivo che si riscontra più frequentemente nei giovani, ingiusto colpevolizzare le persone avanti negli anni. Lo evidenzia uno studio pubblicato sulla rivista Geriatrics & Gerontology International, elaborato a partire da una database di 20 milioni di cartelle cliniche dell’emergenza urgenza, dati ufficiali del ministero. L’indagine è stata condotta congiuntamente dalla Società Italiana di Gerontologia e Geriatria (SIGG) e dalla Società Italiana Geriatria Ospedale e Territorio (SIGOT).

 

Revisione sistematica

Le casistiche degli anziani sono appropriate, quattro volte più che nei giovani, il problema è un altro. “Gli accessi al pronto soccorso crescono progressivamente con l’età – sottolinea Filippo Luca Fimognari, direttore della geriatria dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza – in quanto si tratta di persone affette da patologie croniche, e le fragilità rendono clinicamente vulnerabili, ma una delle cause principali del sovraffollamento degli ospedali è l’aumento del numero assoluto di anziani in Italia, a cui si associa una riduzione del numero di posti letto, che andrebbero invece aumentati”.

 

Fragilità

Lo studio, sottolinea Raffaele Antonelli Incalzi, professore ordinario all’Università Campus Biomedico di Roma, “mostra come tutte quelle patologie croniche riacutizzate, tipo scompenso cardiaco e Bpco, broncopneumopatia cronica ostruttiva, siano riferibili alla tipologia dei ricoveri. Da questo si desume la necessità di promuovere un moderno sistema di assistenza domiciliare in grado di ottimizzare la terapia di queste condizioni e prevenire le ricadute.

 

Riqualificazione ospedaliera

“Si vede bene – commentano Lorenzo Palleschi, presidente eletto Sigot, e Andrea Ungar, presidente Sigg – che un rafforzamento dell’assistenza territoriale non può essere l’unico strumento per superare i problemi del sovraffollamento del pronto soccorso”. Da qui le proposte dei geriatri: potenziare gli ospedali aumentando i posti letto dedicati, incrementare il numero delle unità di geriatria e l’offerta dei servizi specialistici collegati, invertendo la tendenza che paradossalmente negli ultimi anni ha visto una riduzione di questi posti letto proprio mentre cresceva il numero di anziani”.

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