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Procreazione assistita nei Lea, un aiuto a chi cerca un figlio

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Dal prossimo gennaio, la procreazione medicalmente assistita (Pma) entrerà nei Livelli essenziali di assistenza (Lea) con l’obiettivo di uniformare l’accesso ai trattamenti e invertire la tendenza del calo demografico. Un atto che sancisce il diritto alle cure per coppie che altrimenti avrebbero difficoltà ad avere un figlio, un passo avanti importante, si spera, per contrastare la denatalità in Italia.

 

Secondo i dati pubblicati nell’ultimo report dell’Istituto Superiore di Sanità, nel 2021 sono nati grazie alle tecniche di Pma 16.625 bambini, corrispondenti al 4,2% del totale dei nati. L’obiettivo con l’entrata in vigore dei LEA è di raggiungere il 7% nel 2025.

 

“Abbiamo ottenuto la legittimazione delle terapie, che diventano un diritto per tutte le coppie che ne hanno necessità, in linea con quanto sancisce il nostro Sistema Sanitario Nazionale”, ha spiegato Antonino Guglielmino, padre fondatore della SIRU, Società Italiana della Riproduzione Umana. “Questo è il primo passo di un lavoro più ampio che coinvolge le Regioni. Infatti, attraverso i nostri delegati regionali abbiamo chiesto la costituzione di tavoli tecnici per affrontare le criticità locali e in primo luogo accrediti e convenzioni, da declinare in base alle esigenze della singola Regione, alle domande attese e alla capacità di risposta dei centri a disposizione. Sarà fondamentale anche la creazione di percorsi diagnostico terapeutici assistenziali sulla base di linee guida già presentate dalla nostra società scientifica”.

 

Con l’entrata in vigore del nuovo nomenclatore tariffario, si apre il dibattito sulla copertura dei costi dei trattamenti. Un tutorial organizzato da Noesis, e promosso con il contributo incondizionato da Ibsa, ha chiarito vari punti controversi. “C’è sicuramente un problema da affrontare, per evitare discriminazioni nei percorsi”, ha sottolineato Adolfo Allegra, Presidente di CECOS Italia. “Le valorizzazioni delle voci PMA sono in molti casi inferiori al costo di produzione. Quindi probabilmente sarà necessaria un’integrazione che o verrà sostenuta dalle Regioni o, purtroppo, graverà sui pazienti”.

 

Un esborso economico riguarderà anche le tecniche eterologhe, che richiedono l’utilizzo di gameti estranei alla coppia. “I nuovi LEA non prevedono l’acquisizione dei gameti all’estero, ma nel nostro paese, nel 97% dei casi è necessario acquisire i gameti da banche estere. Anche qui ci sarà probabilmente una disparità regionale. Infatti, in alcune regioni è stata attivata la banca regionale centralizzata che acquisisce i gameti e li invia al centro che ne fa richiesta. Nelle regioni in cui invece le banche non sono state ancora istituite, il costo di acquisizione dei gameti rimarrà a carico della coppia”.

 

Leggi la seconda parte dell’articolo

 

L’obiettivo dovrebbe essere quello di estendere il modello di una banca regionale centralizzata a tutte le regioni italiane che già oggi dispongono di banche pubbliche per la conservazione di cellule e tessuti. In questo modo si potrà garantire un maggiore accesso alle tecniche eterologhe e una maggiore uniformità dei servizi assistenziali regionali, favorendo l’inclusione di tutte le coppie che desiderano avere un figlio.

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