Medicina

Perché la sabbia potrebbe aiutare a dimagrire e a combattere l’obesità

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Sabbia anti obesità? Non è una bizzarra trovata pseudoscientifica, ma una concreta soluzione da utilizzare in futuro per combattere eccessi adiposi e chili di troppo. A sostenerlo è uno studio pubblicato sulla rivista Pharmaceutics, che ha testato il potenziale dimagrante delle particelle porose di silice ricavate dalla sabbia purificata.

Il lavoro a cura di un team internazionale di ricercatori nasce dalla volontà di dare seguito a una serie di osservazioni già emerse in passato con alcuni esperimenti preliminari. Nel 2014, si era ad esempio scoperto che i topi sottoposti a diete ad alto contenuto lipidico ingrassavano molto meno se alimentati con nanoparticelle di silice porosa (acronimo inglese, MSP). Nel 2020, i primi dati raccolti su dieci persone sane affette da obesità avevano invece dimostrato come l’assunzione di MSP favorissero la riduzione dei livelli di glucosio e di colesterolo nel sangue, entrambi fattori di rischio per complicazioni metaboliche e cardiovascolari.

La nuova ricerca è partita proprio dalle informazioni raccolte nei precedenti paper per analizzare il comportamento di tredici campioni di particelle di silice di varie forme e dimensioni all’interno di un finto apparato gastrointestinale. Il modello simulava i processi digestivi successivi a un pasto pesante caratterizzato da alte quantità di carboidrati e grassi, mettendo in conto trenta minuti di digestione nello stomaco e un’ora nell’intestino.

I risultatati dei test, che prevedevano di monitorare l’assorbimento della materia organica (tra cui acidi grassi e zuccheri), sembrano confermare l’idea che la silice porosa possa ostacolare i processi digestivi di norma innescati dagli enzimi che scompongono le sostanze nutrienti. Dalle simulazioni si nota in particolare che le particelle dotate di pori tra i 6 e i 10 nanometri siano le più adatte a svolgere questo compito.

Per quanto i meccanismi di fondo restino ancora in parte da svelare, gli autori ritengono che le particelle di sabbia contrastino l’apporto di calorie in due modi. Da un lato i pori intrappolano gli enzimi digestivi, dall’altro sequestrano i nutrienti (digeriti e non) prima che possano entrare nel flusso sanguigno. Le semplificazioni imposte dal modello simulativo non consentono tuttavia ancora di trarre conclusioni definitive, ragione per cui servirà ora tornare alla sperimentazione sugli animali per convalidare quanto scoperto in vitro. Solo in caso di ulteriore conferma, concludono i ricercatori, potrà iniziare a prendere forma una reale terapia “a base di sabbia” per perdere peso, da sottoporre a trial clinici sugli esseri umani.

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