Medicina

Ozonoterapia, trattamento complementare: stop al dolore

di
Letizia Cini
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Il dolore è una brutta compagnia: pessima quando diventa cronico, trasformandosi in uno dei peggiori nemici dell’essere umano. Una volta individuate le cause, alle terapie farmacologiche è possibile affiancare un grande alleato. Di cosa si tratti e quando sia il caso di farlo entrare in azione, parliamo con Mauro Martinelli, specialista in Medicina interna, responsabile dell’ambulatorio di ozonoterapia dell’ospedale Fatebenefratelli di Roma e vice presidente della Nuova Fio (Federazione Italiana Ossigeno e Ozono, www.nuovafio.it).

 

Dottor Martinelli, un approccio terapeutico innovativo, eppure con una lunga storia alle spalle: di cosa si tratta?

«L’ozonoterapia è una terapia relativamente giovane, ancora purtroppo confinata tra le cosiddette terapie complementari, che sfrutta le proprietà terapeutiche di un gas, l’ozono. È una terapia unica, in quanto il farmaco usato è appunto un gas».

 

Stiamo parlando di un trattamento complementare, che si sta affermando in molti ambiti specialistici, a partire da quello muscolo-scheletrico.

«Sì, la cui efficacia è sostenuta da prove scientifiche, riscontri clinici e, per la didattica, da master universitari e corsi teorico-pratici».

 

Quali patologie si curano con l’ozonoterapia?

«La terapia sistemica (in tutte le sue modalità) consente di aumentare la capacità dell’organismo di difendersi dallo stress ossidativo, e più in generale dallo “stress” e di migliorare il trasporto e il rilascio di ossigeno a tutti i tessuti ed organi. Di conseguenza il campo di applicazione è molto ampio. In tutte le patologie croniche l’ozonoterapia può essere associata alla terapia medica convenzionale con grandi benefici. La terapia infiltrativa regionale trova ampia applicazione nelle patologie reumatiche ed ortopediche. In particolare le patologie trattate con maggior successo sono l’ernia discale lombare e cervicale e l’artrosi (colonna, ginocchio, anca, piccolo articolazioni)».

 

Parliamo di dolore, dottor Martinelli. L’ossigeno-ozono terapia aiuta… quando?

«In molte aree disciplinari: in quelle coinvolte nella cura delle patologie muscolo-scheletriche – ortopedia, reumatologia, fisiatria – rappresenta per molti un’opportunità di trattamento efficace e sicura, che si pone in alternativa a interventi ben più invasivi».

 

Come viene somministrato questo gas?

«Esistono due principali modalità di somministrazione: la via sistemica e la via infiltrativa locale. La terapia sistemica si effettua con tre diverse modalità: l’autoemoinfusione ozonizzata che consiste nel prelevare circa 200 cc di sangue del paziente, addizionarlo di una miscela di ossigeno-ozono e reinfonderlo al paziente; (in questo caso si infonde una soluzione di glucosio addizionata di ozono e la somministrazione per via rettale). La terapia infiltrativa consiste in iniezioni intramuscolari, intrarticolari o peritendinee di una miscela di ossigeno-ozono».

 

Migliaia di persone sono afflitte da ernia e artrosi. Quali sono le percentuali di successo con l’ozonoterapia?

«Molto alte, per l’ernia discale abbiamo percentuali di guarigione anche superiori all’85%. Per le patologie artrosiche è difficile parlare di “guarigione”, essendo patologie croniche evolutive con l’età. Tuttavia circa l’70% dei pazienti trattati riferiscono un significativo miglioramento della sintomatologia dolorosa con conseguente miglioramento della mobilità e quindi della qualità di vita, in associazione con una drastica riduzione, se non addirittura della sospensione, dei farmaci antinfiammatori ed antidolorifici.

 

Le infiltrazioni sono molto dolorose?

«No, dipende dalla soglia di tolleranza del paziente e dalla patologia da trattare. Nella terapia intramuscolare il paziente avverte la puntura e, più che dolore, una sensazione di “peso” nella zona infiltrata che si esaurisce rapidamente».

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