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Nuovi farmaci-target più efficaci. E l’aiuto dell’immunoterapia

di
Redazione
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Un tumore della pelle subdolo e aggressivo, specie in fase metastatica, questo è il melanoma. Al congresso annuale dell’American Society of Clinical Oncology (ASCO) buone notizie inerenti passi avanti in questo capitolo dell’oncologia cutanea e della farmacologia a indirizzo oncologico.

 


Una delle novità degli ultimi anni è stata l’identificazione di nuovi farmaci efficaci nel trattamento delle forme avanzate, sia di melanoma sia di altri tipi di tumori cutanei: le terapie target (a bersaglio molecolare anti-BRAF anti-MEK) colpiscono selettivamente proteine legate alla presenza di una determinata mutazione genetica mentre l’immunoterapia (anti-PD1) consente il ripristino di una efficace risposta immunitaria.

 

Recentemente è stata dimostrata l’efficacia di questi farmaci anche come terapia adiuvante, cioè dopo l’intervento chirurgico, nei casi in cui sussista un rischio elevato che il tumore rialzi la testa. Queste molecole si sono dimostrate efficaci anche in forme avanzate di carcinomi basocellulari, carcinomi a cellule squamose, carcinomi a cellule di Merkel. Interessanti prospettive si stanno aprendo riguardo l’utilizzo di terapie anche in senso neoadiuvante, prima dell’intervento, per ridurre ad esempio le dimensioni di una grossa massa che, se portata in regressione anche parziale dalla terapia, poi può diventare asportabile. Questa tecnica riduce anche gli esiti cicatriziali. In determinati distretti corporei quali il volto, sede frequente di insorgenza di queste lesioni cutanee. L’aspetto estetico fa la differenza e ribadisce così l’importanza del trattamento multidisciplinare e delle terapie integrate per la cura del melanoma e dei tumori cutanei.

 

Dicevamo all’inizio delle novità all’Asco 2021: si registra una nuova via da intraprendere per potenziare l’attività immunitaria in presenza di un cancro della pelle, si chiama LAG-3. Questo è un checkpoint immunitario, cioè un freno, utilizzato dal tumore per aggirare la risposta alle terapie immuno-oncologiche, che si affianca a quelli già noti come PD-1 e CTLA-4. Nei pazienti come melanoma metastatico mai trattati prima, la combinazione di un anticorpo anti LAG-3, e di una molecola anti PD-1, ha ridotto sensibilmente il rischio progressione della malattia. E per finire ricordiamo un’altra strada aperta, che va nella direzione di indentificare con sempre maggior precisione i pazienti che possono rispondere all’immunoterapia, in modo da fornire la migliore terapia personalizzata, utilizzando al meglio le risorse disponibili

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