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Malattie ematologiche, la campagna Diamo Voce al Futuro

di
Alessandro Malpelo
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Nella lotta ai tumori ematologici in epoca Covid c’è un prima e un dopo l’inizio della somministrazione dei vaccini. “In era pre-vaccino i nostri pazienti hanno pagato un prezzo molto alto essendo immunodepressi: la mortalità risultava molto superiore rispetto alla media. Per fortuna abbiamo  potuto contare sui vaccini salvavita. Abbiamo avuto un alleato formidabile nelle istituzioni, che hanno consentito in tempi rapidi di mettere in sicurezza i pazienti con tempestive vaccinazioni”. Così Michele Cavo, ordinario di ematologia all’Università di Bologna. “I nostri reparti sono stati solo sfiorati dalla pandemia, grazie alle precauzioni adottate”. Resta il fatto che la necessità per il sistema sanitario regionale di concentrarsi nella lotta al Covid ha portato inevitabilmente a un rallentamento nella capacità di cura e prevenzione delle altre patologie, oncologia compresa.

 

Grazie all’impiego di farmaci innovativi, anticorpi monoclonali e terapie cellulari, terapie che il Servizio sanitario nazionale rende disponibili a tutti al bisogno, nella cura dei tumori del sangue sono stati fatti “passi avanti rilevanti”. Questa un’altra considerazione importante del professor Michele Cavo, direttore dell’Istituto Seragnoli, Policlinico Sant’Orsola di Bologna. Secondo l’illustre cattedratico, che guida uno dei poli di eccellenza nella ricerca in oncoematologia (leucemie, linfoma, mieloma multiplo) a livello internazionale, il messaggio nella relazione con il paziente deve infondere fiducia nei mezzi che abbiamo attualmente a disposizione: “Patologie un tempo ritenute fatali spesso guariscono, altre volte riusciamo a cronicizzarle, incrementando la speranza di vita anche di quattro o cinque volte”.

 

Per sostenere pazienti e famiglie nel percorso di cura ha preso il via anche in Emilia Romagna la campagna “Diamo Voce al Futuro”, una iniziativa Janssen Oncology patrocinata da AIL, che ha raccolto e rilancia testimonianze di medici, ricercatori, operatori sanitari, pazienti e familiari. Lo scopo è quello di informare sulle prospettive della medicina moderna, ma anche rispondere ai bisogni pratici, indicare i centri all’avanguardia dove rivolgersi, offrire supporto psicologico, agevolare in ogni modo chi si deve curare lontano da casa.

 

“Siamo impegnati a migliorare la qualità di vita dei pazienti, a incrementare i successi nella ricerca. Molti progressi sono stati ottenuti, molte patologie spesso sono curabili o cronicizzabili, ma il traguardo sarà ottenere la guarigione completa per tutti”, ha spiegato Achille Contedini, presidente AIL Bologna. Al centro della campagna Diamo Voce al Futuro sono i racconti, podcast e video caricati sul portale informativo www.LMcome.it e sulle relative pagine Facebook e Instagram.

 

Le puntate, articolate in tre serie, fanno emergere il punto di vista della scienza e il valore dell’assistenza. La prima serie (Tumori del sangue. Cosa si ammala, come si cura) ha la voce narrante di Massimo Temporelli. Le altre due serie sono intitolate ‘Io non ho paura’ e ‘Volontari, figli e genitori’, dedicate rispettivamente a chi affronta la malattia e a chi se ne prende cura. “È molto importante sensibilizzare le persone a fare screening per poter avere una diagnosi precoce, poter intervenire e combattere la malattia nelle fasi iniziali. C’è stato un ritardo determinato dalla pandemia”, ha dichiarato Francesca Maletti, vicepresidente della commissione regionale Politiche per la salute dell’Emilia-Romagna. “Le commissioni per il riconoscimento dell’invalidità sono state costrette a fermarsi, dobbiamo recuperare”, ha concluso Maletti, invitando i protagonisti della campagna “Diamo voce al futuro” a suggerire a politici e amministratori soluzioni e richieste, perché anche attraverso un dialogo costante si potrà migliorare l’efficienza della rete.

 

L’iniziativa itinerante intanto va avanti. Conclusa la tappa emiliano romagnola, nei prossimi giorni i promotori della campagna saranno in Piemonte, a Torino, per un incontro che intende costituire un’occasione di confronto tra i principali interlocutori attivi in ambito ematologico, per fare il punto sui risultati della ricerca in quest’area terapeutica, sottolineare quanto è importante l’aderenza alle cure e per approfondire le politiche per la lotta ai tumori.

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