Medicina

Mal di schiena, stop alla sciatica

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Freddo e umidità danno fastidio alle ossa. A volte basta un movimento improvviso, uno sforzo, una postura scorretta, per avvertire un dolore acuto e lancinante alla colonna. La lombalgia, chiamata mal di schiena è un sintomo più frequente d’inverno. L’abbassamento delle temperature determina un restringimento del calibro dei vasi sanguigni causando una maggiore rigidità ed un aumento delle contratture muscolari con eventuale comparsa di un dolore di varia intensità, localizzato nella zona lombare, che può durare da pochi giorni ad alcune settimane.

 

Circa l’80 per cento della popolazione ne è colpito almeno una volta durante la vita con massima incidenza nelle persone di 40-50 anni di entrambi i sessi. La vita sedentaria, il lavoro prolungato alla scrivania per anni, accentuano la sofferenza della colonna. Nella maggior parte dei casi le cause del mal di schiena sono riscontrabili in alterazioni disfunzionali del sistema muscolo-scheletrico, atteggiamenti posturali incongrui, ma si possono verificare anche ernie del disco, instabilità vertebrali, contratture muscolari. Con l’età si instaura più facilmente la fragilità ossea, a questa può associarsi una compressione dolorosa della radice nervosa, la cosiddetta sciatica.

 

La somma di queste condizioni (età, osteoporosi, sovrappeso, sedentarietà) rende più suscettibili alle fratture vertebrali, legate nell’anziano alle cadute accidentali. Ecco, da qui, l’importanza di prevenire le cadute. Tra i trattamenti per limitare il dolore e recuperare la funzionalità motoria c’è l’ossigeno-ozonoterapia. Una ricerca presentata al congresso della Società italiana di medicina fisica e riabilitativa dall’Istituto INI Villa Dante di Guidonia, Roma, mostra che il trattamento delle discopatie del rachide lombare con infiltrazioni di una miscela gassosa di O2-O3 rappresenta un approccio efficace e sicuro per il trattamento della patologia degenerativa del disco intervertebrale.

 

L’ossigeno-ozonoterapia

«Le domande che i pazienti mi rivolgono spesso – afferma Alain Rocco, specialista in medicina fisica e riabilitazione – sono due: quante sedute ci vogliono per stare meglio e se la terapia è dolorosa. Alla prima domanda rispondo, dipende. Solitamente una riduzione della sintomatologia apprezzabile si ottiene alla terza seduta, durante la quale, i pazienti riferiscono un miglioramento della funzionalità motoria e una riduzione dell’area del dolore, nei casi in cui vi è compressione radicolare. L’effetto del trattamento, è variabile. Un miglioramento si ha nell’85 per cento dei casi trattati mentre la risoluzione della sintomatologia si ha nel 75 per cento dei casi. L’effetto dura finché non si determina un nuovo evento scatenante. I benefici sono a lungo termine e in molti casi non vi è più necessità di effettuare dei richiami. La percentuale stimata dei pazienti che non risponde alla terapia è inferiore al 10 per cento. Per quanto riguarda il dolore, dopo un’iniezione con ossigeno-ozono, si avverte una sensazione di compressione e un aumento locale del dolore che assume le caratteristiche di bruciore. Questa sensazione si risolve spontaneamente in 5-6 minuti e al termine della seduta il paziente non avverte più disturbi. Le controindicazioni che limitano parzialmente l’esecuzione della terapia sono: favismo, gravidanza, patologia cardio-vascolare acuta in atto e disordini della coagulazione non controllati. Non c’è un limite di età per sottoporsi al trattamento di ossigeno ozonoterapia, minorenni esclusi. Raramente possono verificarsi effetti collaterali come ad esempio reazioni vagali, ecchimosi o piccoli ematomi in sede di inoculazione, fastidio o dolore locale lieve e transitorio e tachicardia transitoria».

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