Medicina

Lo zinco funziona davvero contro il raffreddore?

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Lo zinco è un elemento molto diffuso tra gli integratori alimentari che abbondano sugli scaffali di supermercati e farmacie. A suo favore giocano svariate proprietà benefiche, più o meno certificate: ad esempio è ritenuto tradizionalmente un toccasana per il raffreddore, anche se la sua reale efficacia in tal senso è parecchio dibattuta. Una ricerca pubblicata sulla rivista BMJ Open ha tentato di fare un po’ di chiarezza, riordinando i dati disponibili finora in letteratura scientifica.

Prevenzione o trattamento?

La meta analisi, a cura di un team della Western Sydney University, in Australia, ha messo insieme 28 studi randomizzati sull’argomento, che sembrano confermare come lo zinco sia in grado prevenire i sintomi e limitare la durata delle più comuni infezioni virali del tratto respiratorio. Nello specifico, l’assunzione di zinco a scopo preventivo sembra ridurre quasi del 75% il rischio di sviluppare sintomi lievi e circa del 15% quello di manifestare sintomi moderatamente gravi. La somministrazione con finalità terapeutiche appare invece legata a un leggero accorciamento del decorso della malattia, con i sintomi peggiori destinati a sparire un paio di giorni prima del solito. Di contro, integrare lo zinco nella dieta non risulta sufficiente a impedire l’infezione da parte di virus come quelli che causano il raffreddore.

Rimangono dei dubbi

“Si pensa solitamente che il ruolo dello zinco nella prevenzione e nel trattamento delle infezioni valga solo per le persone carenti di zinco; i nostri risultati sfidano questa convinzione”, ha spiegato la dottoressa Jennifer Hunter, esperta di medicina integrata e prima autrice dello studio. “Due grandi studi condotti in Cina hanno scoperto che lo spray nasale allo zinco a dosi molto basse ha ridotto il rischio di malattie cliniche; due studi più piccoli negli Stati Uniti che hanno valutato gli effetti preventivi dello zinco per via orale non includevano persone carenti di zinco”. A questo, ha detto Hunter, si aggiunge il fatto che “tutti gli altri studi che hanno testato lo zinco per il trattamento del raffreddore comune hanno riguardato popolazioni in cui la carenza di zinco è molto improbabile”.

Al netto di questi presupposti incoraggianti, gli stessi ricercatori avvertono che alcune delle ricerche prese in esame erano piuttosto piccole e si basavano su dosaggi non comparabili tra loro. In sostanza, è ancora presto per affermare con sicurezza se lo zinco possa realmente frenare le infezioni virali delle prime vie respiratorie. Secondo Hunter, medici e consumatori devono insomma essere consapevoli che rimangono ancora molte incertezze, in primis per quanto riguarda via di somministrazione e formulazione. “Al momento non abbiamo abbastanza informazioni per dire se uno spray nasale allo zinco sia migliore o peggiore di un gel o dello zinco orale. La maggior parte delle analisi ha inoltre utilizzato zinco gluconato o acetato di zinco, ma ciò non significa che altri composti di zinco siano meno efficaci”, ha chiosato l’autrice.

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