Medicina

È possibile prevedere infarti e ictus con decenni di anticipo, già da bambini

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Esiste un modo per capire con decenni di anticipo se una persona avrà problemi al cuore? Nessuno può predire il futuro in modo infallibile, ma un team di scienziati sostiene che in questo caso ci sono cinque precisi fattori di rischio, osservabili nei bambini e negli adolescenti, che permettono di prevedere se soffriranno di infarti, ictus e malattie cardiache da adulti. Nello specifico, sono: l’indice di massa corporea, la pressione del sangue, il colesterolo, i trigliceridi e l’abitudine al fumo (che in molti casi nei ragazzi inizia presto). Tali fattori prospettano una possibilità concreta che queste malattie si presentino a partire dai quarant’anni. La prevenzione, insomma, deve iniziare il prima possibile.

 

Questo genere di studi longitudinali (ossia con esami periodici in un lungo arco di tempo) è molto complicato, per la difficoltà di raccogliere informazioni cliniche sui bambini attendibili e in quantità sufficiente. Il progetto guidato dall’International Childhood Cardiovascular Consortium (i3C) ha potuto invece contare su una corposa mole di dati, relativi a 38.589 persone residenti in Australia, Finlandia e Stati Uniti, monitorate per un periodo dai 35 ai 50 anni da quando avevano un’età compresa fra i tre e i diciannove anni.

 

La presenza nei bambini e negli adolescenti dei cinque fattori di rischio indicati sopra (da soli o in combinazione) è risultata un indicatore attendibile del futuro insorgere di eventi cardiovascolari, sia fatali sia non fatali. Il rischio di soffrire di problemi al cuore in età adulta è stato riscontrato in metà dei bambini, e in alcuni di essi risultava addirittura nove volte superiore rispetto ai bambini considerati a rischio sotto la media.

 

“Sebbene queste prove non fossero state finora individuate, i risultati dello studio non sono comunque sorprendenti, dato che è noto da tempo che anche bambini di cinque anni possono già mostrare segni precoci dell’accumulo di depositi di grassi nelle arterie”, spiega l’autore principale Terence Dwyer; “La nuova scoperta giustifica la necessità di porre un’enfasi maggiore sui programmi per prevenire lo sviluppo di questi fattori di rischio nei bambini”.

 

Lo studio è stato pubblicato sulla rivista New England Journal of Medicine.

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