Il colore rosso ha un impatto e significati particolari nella nostra vita: è il colore della passione, così come quello dello stop dei semafori. Gli diamo un senso molto marcato, spesso più di altri colori. Ma cosa succede al nostro cervello quando vediamo il rosso? Hanno provato a capirlo i neuroscienziati dell’Istituto Ernst Strüngmann (ESI), indagando sul rosso per vedere se innesca le onde cerebrali più fortemente di altri colori. Per dirci insomma, se si tratta di un colore speciale.
Il colore rosso, tradizionalmente come nel caso del semaforo, produce un effetto di segnalazione e di avvertimento.
Per investigare le risposte del cervello, lo studio, pubblicato sulla rivista eLife con il titolo ‘Human visual gamma for color stimuli’, ha posto l’attenzione sulle reazioni della corteccia visiva precoce, che è l’area visiva più grande del cervello e la prima a ricevere input dalla retina. Quando viene stimolata da immagini forti e omogenee, si generano onde cerebrali (onde lambda gamma) che oscillano a una frequenza specifica (30-80 Hz).
La cosa interessante è che non tutte le immagini generano lo stesso effetto. Sembra infatti che la corteccia reagisca alle superfici colorate, soprattutto se sono rosse, come se fosse un colore speciale per noi. Forse per questo pensiamo al rosso come a un colore ‘diverso dagli altri’? Alcune teorie spiegano che si tratta di una questione evolutiva: i nostri antenati avevano bisogno di individuare al volo il rosso dei frutti, per coglierli prima di altri.
È davvero così?
Quando percepiamo i colori, nella retina si attivano le cellule fotorecettrici, che rispondono agli stimoli luminosi convertendoli in segnali elettrici, poi trasmessi al cervello per farceli riconoscere con consapevolezza. Per riconoscere i colori, il cervello confronta l’intensità della reazione dei recettori e deduce un’impressione di colore.
Dall’esperimento scientifico del team tedesco è emerso che in realtà il rosso agisce sul nostro cervello come tutti gli altri colori. Non è particolarmente significativo quanto a intensità delle oscillazioni gamma. Fondamentalmente si comporta come il verde (che per certi versi viene percepito, almeno a livello di traffico stradale, come il suo opposto.
Al di là dell’interesse popolare, i risultati di questo studio servono a capire meglio come la corteccia visiva umana precoce codifica le immagini e possono aiutare a sviluppare protesi visive. Sistemi, cioè, in grado di indurre, in persone con retina danneggiata, effetti simili alla visione.
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