Funerali Monica Vitti, l'ultimo omaggio all'attrice più iconica. "Ti aspetta il Paradiso"

Migliaia di persone hanno seguito i funerali sul maxi schermo allestito in piazza del Popolo, mentre nella Chiesa degli artisti di Roma è stata celebrata una commovente e intensa funzione. Il ricordo di Veltroni ha strappato lacrime e sorrisi

Roma, 5 febbraio 2022 –  Sono state le lacrime, dopo le parole accorate di Walter Veltroni, le immagini più belle che rimarranno i funerali di Monica Vitti, in una giornata scandita da momenti intensi e toccanti. "A Monica Vitti va una gratitudine integrale per averci fatto pensare, dolere, sognare, ridere, sorridere, condividere. E lo ha fatto per un pubblico di milioni di persone che oggi si sentono meno allegre senza di lei". Sono alcune delle parole pronunciate da Walter Veltroni, intervenuto alla chiusura della celebrazione dei funerali di Monica Vitti nella Chiesa degli Artisti di Roma. “Tutti abbiamo un debito verso quest’uomo”, ha detto guardando il marito di Monica, Roberto Russo, “che ha avuto la fortuna di vivere accanto a una donna speciale come Monica, non lasciandola mai sola, consentendole di interagire con la realtà e le persone fino all'ultimo".

La sepoltura al Verano

Il feretro di Monica Vitti ha lasciato alle 16.30 la chiesa degli Artisti di piazza del Popolo, diretto al Verano dove l'attrice scomparsa il 2 febbraio scorso, a 90 anni, gli ultimi 20 dei quali vissuti lontano dalle scene e dalla gente, sarà sepolta. In questi lunghi anni, dominati dall'Alzheimer, Vitti è stata assistita da suo marito e dalla fedele badante, che hanno lasciato insieme affranti, la chiesa in cui le hanno dato l'ultimo saluto anche il sindaco di Roma Gualtieri con fascia tricolore, Walter Veltroni, che aveva dato l'annuncio della morte dell'attrice e quindi i colleghi Giancarlo Giannini in lacrime, Marisa Laurito, Lina Sastri, Eleonora Giorgi – "La mia Nadia di Borotalco le deve molto, ha fatto molto per noi attrici" – Zeudy Araya, Athina Cenci.

Pino Quartullo ha letto la preghiera degli artisti, ricordando gli insegnamenti della sua maestra all'Accademia. Ma a salutare la Vitti, a due passi dalla casa dove abitava, c'erano anche tante persone comuni che seguivano il funerale sul maxischermo allestito sulla piazza, con i loro applausi, le mimose, i cartelli con su scritto "Brava Monica". E il grido "Ciao Monica, ti aspetta il Paradiso" lanciato a fine funerale da un appassionato.

I funerali minuto per minuto: 

 

Voleva essere un'attrice, non una diva  

Un'attrice che non voleva essere una diva, come ha ricordato Veltroni, una donna che sognava il teatro impegnato e invece ha avuto in dono una missione: far ridere l'Italia intera, con ironia e intelligenza"Monica – ha proseguito Veltroni – era dolce e spiritosa, sapeva utilizzare in ogni modo i suoi infiniti talenti. Non era aristocratica, non aveva la pretesa di insegnare come si sta al mondo, era colta e popolare. Monica amava Roma che l'ha molto riamata. Prima di Monica, le donne per far ridere dovevano giocare sulle proprie imperfezioni. Poi è arrivata lei e tutto è cambiato. Con i suoi occhi allegri, i suoi capelli arruffati, la sua voce inconfondibile. Monica oggi un paese intero e non solo ti saluta e ti dice che dopo i 20 anni di silenzio discreto che hai scelto, ti vuole più bene di prima. Non ci sei stata, ma c'eri e ci sei".

A chiudere i funerali le parole di Walter Veltroni, dense e cariche di emozione e di amore, e di Pino Quartullo con ritratti indelebili di Monica che hanno risuonato tra le navate della chiesa, tra lacrime e sorrisi, e fuori dal sagrato, dove migliaia di ammiratori hanno seguito la funzione sul maxischermo di piazza del Popolo. E poi la preghiera degli artisti a suggellare un pomeriggio difficile, scandito da emozioni vere e da cuori aperti che non hanno mai dimenticato Monica Vitti. E poi ancora applausi.

"Monica e Roberto: due grandezze in una sola casa"

"Monica e Roberto erano due grandezze in una sola casa. Lui l'ha accompagnata tra i gradini più scoscesi della vita, preservando il suo corpo". Così Walter Veltroni ha celebrato nella chiesa degli Artisti l'amore che ha legato l'attrice scomparsa il 2 febbraio e suo marito Roberto Russo. Chiamato da Russo a ricordare sua moglie durante il funerale, Veltroni l'ha definita una "donna che ha affrontato la durezza della vita con dolcezza e che è stata capace di far ridere e piangere senza la pretesa di insegnare nulla al mondo". Veltroni ha sottolineato il suo grande amore per Roma e la sua decisione di passare dal cinema dell'incomunicabilità a quello comico, saltando la “terra di mezzo: il cinema borghese”.

Monica voleva essere un'attrice e non una diva", ha sottolineato chiarendo come debba essere destinataria di "una gratitudine integrale per quanto ci ha fatto ridere, pensare sognare". E se con la sua scomparsa, quella di Sordi, Mastroianni, Manfredi Tognazzi "sembra che ci si voglia negare il diritto al sorriso", Veltroni è convinto che "dopo i venti anni di silenzio" alla Vitti vogliono "tutti più bene di prima".

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"Era molto amata, sia dagli uomini che dalle donne. Spesso un'attrice quando è molto bella può destare gelosie e rivalità mentre invece piaceva tantissimo anche alle donne". Così l'attore Pino Quartullo, arrivando ai funerali di Monica Vitti in Piazza del Popolo alla Chiesa degli Artisti. "L'ho avuta come insegnante all'Accademia nazionale di arte drammatica – ha ricordato Quartullo – e poi abbiamo fatto una trasmissione insieme agli allievi della Accademia. Ha dato possibilità a dei giovani di debuttare nel cinema sia come registi che come attori. In Accademia ci diceva di lavorare molto sui nostri difetti. Diceva ‘Io sono miope, ho un brutto naso e la voce rauca ma grazie a questo sono riuscita ad essere unica ed essere straordinaria’. Noi abbiamo cominciato a rivedere le nostre lezioni di dizione, a cominciare a risporcare tutto e a ritrovare noi stessi", ha aggiunto.

Un'omelia delicata e intensa, come lo era Monica

È stata una donna semplice, intelligente, allegra e sempre ironica. Era solare, l’amicizia è stato un perno della sua esistenza. Era una persona colta, leggeva molto e studiava, amava cucinare e condividere a tavola. Trasmetteva ai suoi allievo un messaggio importante: far ridere è un impegno serio, bisogna far riflettere”. Sono parole cariche di affetto quelle che hanno aperto l’omelia di monsignor Walter Insero, rettore della chiesa, che ha officiato la cerimonia funebre.

"Monica è stata un'artista credente, aveva l'immagine della Madonna in una spilla da balia che portava sempre con sè. E quando poteva ancora uscire, chiedeva di essere portata in una chiesa. Sicuramente gli artisti che l'hanno preceduta stanno organizzando qualcosa per lei, in Paradiso". Monsignor Walter Insero ha ricordato così Monica Vitti nel funerale in scena nella Chiesa degli Artisti di piazza del Popolo. "Monica era intelligente, allegra solare, era una trascinatrice che viveva l'amicizia come un dono" ha continuato ricordando come l'attrice abbia vissuto la sua arte come una vocazione.

"Far ridere è un impegno serio", questo è stato il suo messaggio", ha sottolineato Insero ricordando come ai suoi allievi del centro sperimentale e dell'Accademia abbia insegnato a sfruttare artisticamente i loro difetti fisici e caratteriali, anziché correggerli. Monsignor Insero ha quindi ricordato la "lunga storia d'amore cominciata 49 anni fa con Roberto Russo, un amore cresciuto sempre più durante la malattia". A loro due, ha detto "restava lo sguardo, a Roberto e Monica bastava guardarsi negli occhi, sono stati anni in cui l'amore ha fatto la differenza".

"Aveva un fascino che non è mai tramontato"

"Si è spenta nel nido della sua casa circondata dall'amore e dall'affetto che l'ha nutrita. Aveva un fascino che non è mai tramontato, con Roberto ha vissuto una lunga storia d’amore, iniziato 49 anni fa, che negli anni è cresciuto anche negli anni difficili della malattia. Anche quando non sono più arrivate le parole, anni in cui l’amore ha fatto la differenza, perché l’amore può rendere anche la malattia degna di essere vissuta. Un amore che non si esaurisce, perché l’amore è più forte della morte”, ha continuato monsignor Insero.

Dopo l'omelia, l’attrice Lina Sastri ha letto una preghiera per Monica. È stata una omelia molto intima nella quale Monsignor Insero ha raccontato la donna e l'attrice con dolcezza e vicinanza, sottolineando quanto l'amore abbia caratterizzato la sua vita e quanto il legame con Roberto Russo l'abbia accompagnata nutrendo entrambi anche durante la malattia di Monica Vitti.

Il monsignore: "Gli artisti l'aspettano in Paradiso”

In questi anni l'amore ha fatto la differenza perché rende una vita degna di essere vissuta anche in una condizione difficile come quella della malattia. L'amore continua per sempre. Chiudo con la parola di San Paolo. Servono tre cose: la fede che ci fa cercare Dio, la speranza e la carità che è ciò che resta. È l'amore che Monica ha seminato con la vita, l'amore che le è ritornato nonostante sia lontana dalla scena da 20 anni. La gratitudine è viva e l'amore non si dimentica. Sono tanti gli artisti che si trovano lassù e sicuramente staranno organizzando qualcosa in Paradiso", ha ricordato Monsignor Walter Insero durante l'omelia.

"Grandiosa Monica. In paradiso, gli angeli ti porteranno, a braccia aperte ti accoglieranno, arrivederci". Così recita un cartello che ha accolto l'ingresso nella Chiesa degli Artisti di Roma del feretro di Monica Vitti per la celebrazione delle esequie.

I funerali di Monica Vitti
I funerali di Monica Vitti

Il ricordo: "Volevano tutte essere Monica"

Ad accogliere l'attrice gli applausi di centinaia e tanti "Brava Monica" da parte di fan armati di mimose, il giallo era il suo colore preferito, lo stesso di Raffaella Carrà. Piazza del Popolo già dalle 14, un’ora prima del funerale che è iniziato alle 15, si è riempita appassionati di cinema, fan riconoscenti e anche vicini di casa – l’attrice abitava infatti dietro piazza del Popolo – che potranno seguire il funerale sul maxi schermo allestito in piazza. I primi ad entrare in chiesa sono stati Walter Veltroni, Eleonora Giorgi, Athina Cenci, Pino Quartullo e Fabrizio Corallo che all'attrice ha dedicato il docufilm “Vitti d'arte, Vitti d'amore”.

Volevamo tutte essere Monica. Era coraggiosa, ha inventato comicità per una donna bella, che non era facile. Io sin da bambina studiavo in tutto”. Lo ha detto Eleonora Giorgi, arrivando ai funerali di Monica Vitti alla Chiesa degli Artisti. “È il momento di un addio vero, anche a un'epoca. Di lei rimane tutto l'insegnamento”, ha aggiunto con la voce rotta. È il momento di un addio vero, anche a un'epoca. Di lei rimane tutto l'insegnamento”, ha aggiunto con la voce rotta. "Una grandissima attrice. Purtroppo ci ha lasciato, troppi grandi ci hanno lasciato in questo periodo", è il stato commento di Giancarlo Giannini, arrivato in chiesa per le esequie dell’attrice.

L'affetto degli amici

"Era l'unica bionda, a parte Virna Lisi, a dare un'immagine molto moderna e anche iconografica. Le altre fisicamente erano tutte mediterranee. Il cinema parla per immagini. Lei aveva questo biondo un po' evanescente, questa sorta di svagatezza, questa recitazione con quella voce un po' rotta. Non aveva altri accanto a parte quei colossi del Mediterraneo come la Loren, la Cardinale e la Lollo". Così Eleonora Giorgi, arrivando ai funerali di Monica Vitti in Piazza del Popolo alla Chiesa degli Artisti. "Lei era moderna. È stata tra le prime ad andare in tv, a fare gli show e le gag”.

Una comicità sublime che ha fatto scuola. “A dieci anni – racconta Eleonora Giorgi per intrattenere i miei fratellini imitavo la Vitti e Franca Valeri. Stiamo salutando una persona cara, che non vedevo da molto come tutti, ma anche l'emblema massimo femminile di un'epoca cinematografica, civica e culturale. Un mondo in cui ho avuto la fortuna di entrare bambina e per questo sono ancora testimone visiva di quella lei che è stata un punto di riferimento per tutte, a maggior ragione per me che fisicamente come lei ero una bionda in un mondo di brune e mediterranee vincenti", ha aggiunto.

L'arrivo del feretro in chiesa

È stato accolto da uno scroscio di applausi il feretro di Monica Vitti, arrivato alla Chiesa degli artisti per i funerali. Accompagnata dal marito Roberto Russo, scortata dai motociclisti della Polizia di Stato e preceduta dall'ingresso in chiesa del sindaco di Roma Roberto Gualtieri, la bara di Monica Vitti è stata ingentilita da corone di fiori gialli, il suo colore preferito.

La cerimonia è officiata da monsignor Walter Insero, rettore della chiesa. Ad accogliere l'attrice gli applausi di centinaia e tanti "Brava Monica" da parte di fan armati di mimose, il giallo era il suo colore preferito, lo stesso di Raffaella Carrà. Piazza del Popolo già dalle 14, un’ora prima del funerale che è iniziato alle 15, si è riempita appassionati di cinema, fan riconoscenti e anche vicini di casa – l’attrice abitava infatti dietro piazza del Popolo – che potranno seguire il funerale sul maxi schermo allestito in piazza. I primi ad entrare in chiesa sono stati Walter Veltroni, Eleonora Giorgi, Athina Cenci, Pino Quartullo e Fabrizio Corallo che all'attrice ha dedicato il docufilm “Vitti d'arte, Vitti d'amore”.

La camera ardente

È stata ricordata con un minuto di silenzio in aula, così il mondo delle istituzioni romane hanno dato un ultimo saluto a Monica Vitti, la "mattatrice" del cinema italiano scomparsa il 2 febbraio nella sua città. "Siamo tutti addolorati per la scomparsa di Monica Vitti. La Città metropolitana di Roma l'ha ricordata con un minuto di silenzio nell'ultimo Consiglio metropolitano”, dice Pierluigi Sanna, vicesindaco della Città metropolitana di Roma.

Decine di romani si sono messi in fila questa mattina alla riapertura della camera ardente di Monica Vitti, in Campidoglio, per un ultimo saluto all'icona del cinema italiano prima dei funerali in programma alle 15 nella Chiesa degli Artisti a Piazza del Popolo. Già ieri, più di un migliaio di persone erano arrivate in Campidoglio per ricordare la Vitti, spesso omaggiandola con un fiore giallo o un pensiero lasciato sul libro delle firme. Molti gli anziani, che a fatica hanno percorso la scalinata della protomoteca, aiutati dai volontari della Protezione Civile. Per loro la Vitti è un "mito della gioventù", spesso "il primo amore" platonico. Tra i volti noti, l'amica Giovanna Ralli, Walter Veltroni, Francesco Rutelli, Marisa Laurito e Dacia Maraini.

Mimose e fiori gialli, il suo colore preferito

Ieri la salma dell’attrice è arrivata in Campidoglio di prima mattina, dovce lle 10 si è aperta la camera ardente allestita nella Sala della Protomoteca. Ad attendere la bara, insieme ai familiari e al marito Roberto Russo, anche il sindaco capitolino, Roberto Gualtieri. Mazzi di mimose e rose gialle, il suo colore preferito, e alle spalle del feretro lo stendardo della squadra del cuore, la Lazio Calcio. E, appoggiato vicino al feretro, un mazzo di fiori avvolto nella prima pagina del Manifesto, che il giorno dopo la sua morte ha titolato “Ma 'ndo vai”, parafrasando il famoso motivo cantato da Monica nell’indimenticabile e ironico film con Alberto Sordi, “Polvere di Stelle”.

La camera ardente per Monica Vitti resterà aperta anche oggi, sabato 5 febbraio, dalle 10 alle 13. I funerali dell'attrice, morta a Roma all'età di 90 anni, si terranno nel pomeriggio nella Chiesa degli artisti a Piazza del Popolo. È fissato per le 15 l’inizio della funzione.

La maglia “Monica 1” con i colori della Lazio

Tra le tante persone accorse in Campidoglio a porgere il saluto commosso e sincero a una delle attrici più amate dagli italiani – che non l’hanno mai dimenticata nonostante la sua uscita di scena moltissimi anni fa, dovuta alla malattia di cui soffriva da decenni – ieri anche la Lazio ha reso omaggio a MonicaVitti, "straordinaria interprete del cinema italiano, con la città di Roma ed i colori biancocelesti nel cuore", ha scritto la società sportiva in una nota. Alla camera ardente in Campidoglio, il gonfalone della Lazio e la maglia con la scritta “Monica 1” donata al suo compagno di vita, Roberto Russo, a testimoniare la vicinanza della società sportiva alla famiglia, nel ricordo della grande attrice scomparsa.